Discarica a cielo aperto vicino al Forum a Brancaccio «Tamponiamo, ma i cittadini devono darci una mano»

«Scusate il disagio, trasloco». È la curiosa scritta attaccata a un vecchio divano malmesso che, però, non si trova nel salotto di qualcuno. O meglio, deve esserci sicuramente stato, ma ad oggi il suo nuovo indirizzo è via Vittorio Zaban, nel cuore della zona industriale di Brancaccio a due passi dal centro commerciale Forum, adagiato di schiena a lato del largo viale alberato. A tenergli compagnia ce ne sono moltissimi altri, insieme a mobili distrutti, vecchi televisori, monitor di computer e frigoriferi. I materassi, poi, non si contano, si accatastano l’uno sull’altro, intervallati da sacchetti di immondizia, bidoni e porte di legno. Tutto contribuisce a rendere questa enorme strada una discarica a cielo aperto. E a ripensare a quel cartello scritto in stampatello e attaccato a quel divano, risulta ancora più difficile trovare delle giustificazioni. «Elegantemente un incivile», lo definisce Maurizio Miliziano, componente del cda della Rap. Malgrado le condizioni in cui versa il viale e al quotidiano viavai di automobilisti che transitano da lì dopo gli acquisti al Forum, nessuno ha finora contattato l’azienda specializzata per denunciare la situazione di degrado.

«Non mi risulta nessuna segnalazione per quella via, nonostante io stesso giri spesso la città e le periferie per dare attenzione alle eventuali discariche nascoste», spiega infatti Miliziano. «Non abbiamo un occhio bionico su tutta la città, però cerchiamo di tamponare tutto quello che potrebbe essere un eventuale criticità o inciviltà», continua il vice presidente, che assicura un tempestivo controllo nell’area. Non è detto, tuttavia, che, malgrado condizioni e quantità degli oggetti abbandonati, la discarica giaccia da troppo tempo in attesa di venire scoperta: «A volte tutto questo si può creare anche in un giorno solo – precisa Miliziano – È opera di chi svuota un appartamento su servizio e dopo deposita tutto nella prima discarica che incontra o nel primo posto utile che trova di notte, sfuggendo all’occhio delle amministrazioni».

È proprio per scongiurare il fatto che la gente, alle prese con traslochi o semplici sbarazzi, possa mettersi in contatto con persone non autorizzate che la Rap ha ampiamente pubblicizzato i propri contatti e il numero verde: «Il cittadino deve sapere che deve chiamare direttamente noi quando è costretto a disfarsi di un rifiuto ingombrante come potrebbe essere un vecchio elettrodomestico – spiega Miliziano – Non ci si deve affidare ai traslocatori, perché non si può avere la certezza che non abbandonino tutto da qualche parte lungo la strada. Adesso c’è anche un’app per questo tipo di servizio, volta a velocizzare la comunicazione tra i vari settori Rap». L’applicazione, scaricabile gratuitamente in versione beta da luglio, è stata pensata dagli informatici dell’azienda per garantire e concretizzare un nuovo tipo di segnalazione e richiesta di servizi da parte del cittadino, che può così avere contezza delle soluzioni messe in atto di volta in volta dagli addetti in tempo reale.

«Noi cerchiamo di ridurre ogni criticità, ma i cittadini ci devono dare una mano – conclude Miliziano – Io sono innanzitutto al dovere dei cittadini, non solo dei consiglieri comunali, e questo lo dovrebbero capire tutti quelli che sono dentro alle amministrazioni: cioè che è necessario porsi al dovere del cittadino a prescindere dal potere o dalla rappresentazione istituzionale. Se ci arrivano delle segnalazioni noi facciamo il possibile per la caratterizzazione e il ritiro, io in prima persona sono sempre in giro, non conosco neanche il colore della poltrona dell’ufficio della Rap».

Silvia Buffa

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