Il Comune di Catania ha ricompensato con un incentivo di oltre 154mila euro alcuni dipendenti dell’ufficio Tributi, ma non si sa a chi sia andato l’ambito premio né quanti ne abbiano beneficiato, nonostante la normativa preveda una ferrea trasparenza in materia. È quanto denuncia l’associazione Codici che ha deciso di segnalare la questione all’Autorità nazionale anti corruzione e alla responsabile della Trasparenza del Comune etneo, Antonina Liotta. La vicenda prende il via a luglio, quando i dipendenti ricevono il bonus come compenso incentivante extra stipendio per lattività lavorativa prestata in tre mesi. Una misura che nel corso di un anno prevede la distribuzione di fondi per oltre seicentomila euro. Il mese dopo, ad agosto, l’associazione presenta una richiesta ufficiale di chiarimenti, rimasta ignorata.
«Il provvedimento nel suo complesso è un impegno di spesa – spiega Manfredi Zammataro, rappresentante dell’associazione ed ex consigliere comunale – Ma non si sa per quale motivo manchi l’allegato con l’elenco dei dipendenti». La misura «va ad aggiungersi allo stipendio e sappiamo solo che è stata destinata ai dipendenti dell’ufficio Tributi». Le informazioni finiscono qui, così è impossibile stabilire quanti siano i lavoratori comunali-modello, e – di conseguenza – quanto abbiano ricevuto in più nella busta paga. «Noi non chiediamo l’elenco per fare la caccia alle streghe, ma per una questione di trasparenza e legalità».
Scaduti i 30 giorni dalla prima richiesta di chiarimenti, inviata seguendo l’iter ufficiale, «si può ricorrere al segretario generale – Antonia Liotta, nel caso catanese, ndr – che può diventare un vero e proprio commissario che pubblica d’imperio quanto richiesto». I vertici di palazzo degli Elefanti hanno adesso altri 15 giorni, «entro il 30 settembre dovrebbero rispondere». L’associazione Codici ha inviato la segnalazione anche al commissario nazionale per l’Anticorruzione e la Trasparenza, Raffaele Cantone, per sollecitare un eventuale intervento dall’alto. La somma impegnata «è una cifra importante – sottolinea Zammataro – È fondamentale far capire ai cittadini come vengono spesi i soldi». E, conclude, «la norma anticorruzione lo prevede».
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