Lunedì prossimo l’associazione Oltre l’orizzonte, che riunisce i familiari dei pazienti in cura al Dipartimento di salute mentale di Giarre, protesterà davanti ai cancelli della struttura, per poi animare un momento di informazione e di confronto nella sala Romeo del Comune. «Non è un’impuntura, non vogliamo farne una questione di principio, io non la chiamerei nemmeno protesta», afferma la presidente dell’associazione Santina Bucolo. «Vogliamo solo informare la cittadinanza sul progressivo abbandono del centro». Fino a pochi giorni fa il Dsm poteva contare su un solo psichiatra. Nel corso del tempo i pensionamenti hanno fatto diminuire anche il numero degli infermieri: tre in meno negli ultimi due anni. Il 25 marzo, però, l’Asp ha conferito due incarichi a tempo determinato da dirigente medico psichiatra, da impiegare al Dipartimento. Il che non ha rasserenato gli animi.
«Nella delibera c’è scritto che i due specialisti faranno turni a Giarre, Acireale e al Dsm», aggiunge Bucolo. «Inoltre, ultimamente il centro è rimasto chiuso anche nei due pomeriggi in cui dovrebbe essere aperto – continua – e i tutori di pazienti che ricevono la terapia domiciliare stanno inviando interrogazioni all’Asp perché qualche somministrazione è saltata». All’iniziativa di lunedì dovrebbero partecipare anche i sindaci del distretto sanitario. Tra cui il primo cittadino di Giarre Angelo D’Anna.
«Io avevo preso l’impegno di inviare due medici e l’ho mantenuto», risponde il direttore sanitario dell’Asp Franco Luca. «Non decido io il modello organizzativo, per quello ci sono capi dipartimento e primari». Quando il discorso si sposta sulla protesta, il dirigente non nasconde il proprio fastidio: «La signora Bucolo – sospira – si faccia nominare capo dipartimento e lo governi lei, ma con le risorse a disposizione». Poi però anche Luca abbassa un po’ i toni: «Nonostante le carenze di personale, cercherò di fare di tutto affinché Giarre abbia i migliori servizi possibili nella situazione attuale».
Più in generale, il direttore sanitario riconosce che l’arrivo al Dsm dei due specialisti non risolverà i disagi alla radice: «Perché sono comunque due posizioni precarie, se tra pochi giorni vincessero un concorso altrove se ne andrebbero ovviamente, la cosa migliore sarebbe lavorare su organici in pianta stabile». E aggiunge: «Sappiamo che c’è molto da fare, ma non sarà la protesta a incitarci a lavorare, stiamo facendo il possibile».
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