Il discorso teologico è un discorso storico. Raniero La Valle, “coscienza inquieta del mondo cattolico”, ha chiarito le tematiche del suo ultimo libro, “Se questo è un Dio”, presentato ai Benedettini. Libro che, parafrasando nel titolo l’opera di Primo Levi “Se questo è un uomo”, dunque dichiarando di non poter prescindere dalla coscienza storica dell’Olocausto ma anche degli altri eventi che hanno segnato l’esperienza umana nel corso dei secoli, cerca di configurarsi come una riflessione filosofico–spirituale concreta, riconducibile alla dimensione umana prima di tutto, contrapponendosi nettamente alla sfera dell’eccessiva sacralità in cui, secondo la prospettiva dell’autore, sembra imprigionata la Chiesa cattolica.
L’incontro, organizzato dall’Università di Catania e dal CeSIFeR, il Centro per gli Studi Interdisciplinari sui Fenomeni Religiosi, ha visto la partecipazione del prorettore Antonio Pioletti, del regista e amico dell’autore Lamberto Puggelli, di don Pino Ruggeri, rettore di San Nicolò L’Arena, di Giuseppe Dolei, direttore del Dipartimento di Filologia Moderna e dell’autore stesso.
“Il sacro è storicamente una delle prigioni di Dio – ha dichiarato La Valle -. Egli ha sempre dovuto lottare contro le forme umane di controllo, e il sacro è una di queste. La Chiesa sta morendo nel sacro. L’embrione non è sacro. Una simile interpretazione è pericolosa e apre una voragine tra la Chiesa e l’esistenza quotidiana dell’uomo. Il sacro contribuisce ad alimentare la paura come archetipo del sentire dell’uomo. È proprio la paura nei confronti di Dio che crea la religione del sacro.”
Un chiaro riferimento, poi, anche all’attualità sociale e politica. In particolare alla demonizzazione del diverso in Italia, a cui contribuiscono non poco i mezzi di comunicazione.
“Lo stato moderno nasce dalla paura. Gli uomini che temono rinunciano alla loro libertà ed affidano ad un soggetto terzo, lo stato, la loro difesa, offrendo in cambio sottomissione. Ma lo stato non deve essere soltanto garante della difesa. Oggi invece ottiene il consenso proprio grazie a questo. Per il solo fatto di essere stranieri, uno stesso reato viene punito con un terzo in più della pena. Il discorso del razzismo è il nucleo di ciò: essere straniero diventa un fattore discriminante.”
La teologia politica di cui si fa portavoce La Valle propone allora di “interrogarsi guardando alla realtà di Dio non in modo complanare ma cercando di inserirlo progressivamente nella storia. La parola di Dio non potrebbe essere tale senza quella dell’uomo. Dio ha deciso ad un certo punto di entrare nella storia umana. Ma la questione della salvezza fa parte di uno stadio infantile della storia di Dio. Occorre capire il mistero di Dio attraverso il modo in cui si è evoluto nella storia. Il vero Dio è quello che manda a morire i kamikaze? Chi è questo Dio? La risposta viene dalla storia.”
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