«Dopo aver riflettuto a lungo su tutta la vicenda, ritengo che l’autorizzazione a procedere debba essere negata». Alla vigilia dell’esame da parte della giunta per le autorizzazioni del Senato, Matteo Salvini chiede ai colleghi di palazzo Madama di votare no alla richiesta, arrivata dal tribunale dei ministri, di processarlo per la vicenda Diciotti, la nave della guardia costiera rimasta ferma per più giorni al porto di Catania, lo scorso agosto, con a bordo con 177 migranti. Una storia che in questi giorni si sta ripetendo con la Sea watch, la nave della ong che sosta al largo delle coste siracusane, senza avere l’autorizzazione allo sbarco per esplicita volontà del governo che continua a chiedere agli altri Paesi europei di farsi carico dei migranti.
Salvini ha espresso la propria richiesta sul Corriere della sera. Un lungo intervento in cui il ministro – dopo avere sottolineato di avere «contrastato l’immigrazione clandestina e difeso i confini nazionali», con annessi risparmi utilizzati per l’assunzione di forze dell’ordine – ribadisce una formula già usata nei giorni scorsi: «Non intendo sottrarmi al giudizio». La frase, tuttavia, viene bilanciata dalle considerazioni che Salvini fa seguire e che portano, come detto, alla conclusione per cui il Senato non dovrebbe dare il via libera al processo. «I giudici mi accusano di aver violato la legge imponendo lo stop allo sbarco, in virtù del mio ruolo di ministro dell’Interno. In altre parole, è una decisione che non sarebbe stata possibile se non avessi rivestito il ruolo di responsabile del Viminale – scrive -. Per questa ragione sono impropri paragoni con altre vicende». Salvini va avanti ricordando che il Senato nega l’autorizzazione quando reputa che l’azione incriminata sia stata compiuta nell’interesse dello Stato o il perseguimento di un preminente interesse pubblico. «Il contrasto all’immigrazione clandestina corrisponde a un preminente interesse pubblico, posto a fondamento di precise disposizioni e riconosciuto dal diritto dell’Unione europea», sottolinea Salvini, che poi precisa anche di avere rispettato gli accordi presi con gli elettori prima delle Politiche.
Le parole del ministro arrivano dopo che il Movimento 5 stelle, per bocca di Luigi Di Maio, si è detto intenzionato a votare sì, pur essendo pronto a difendere all’interno del processo l’operato di Salvini. Intanto, il Pd attacco l’appello del leader della Lega. «Sequestrare persone in mare o in un porto non ha nulla a che fare con l’interesse pubblico. È contro la Costituzione. Salvini gioca allo sceriffo, si sente sopra la legge, ma poi vuole lo scudo del Senato. Si difenda nel processo e non dal processo», dichiara Maurizio Martina.
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