Diciotti, confermate due diagnosi di tubercolosi Stanno bene i militanti feriti durante gli scontri

Sono a casa, sono stati medicati (e in due casi suturati) ieri e solo uno di loro, il ragazzo, dovrà portare il collare in attesa di una visita ortopedica. Sono queste le condizioni dei tre giovani (due delle quali ragazze) rimasti feriti ieri durante la carica della polizia al Molo di levante del porto di Catania. La situazione si è fatta incandescente dopo il primo contatto tra un gruppo dei manifestanti che partecipavano al presidio antirazzista regionale e le forze dell’ordine: mentre gli attivisti indietreggiavano, un agente in assetto antisommossa ha inseguito e colpito i militanti fino a quando è stato raggiunto da altri colleghi, che lo hanno trascinato indietro. Un giovanissimo, ferito, è stato immobilizzato dai soccorritori della Misericordia, che lo hanno caricato su una barella e portato in ambulanza. A terra è rimasta una pozza di sangue asciugata nelle ore successive con dei fazzoletti di carta.

Sul fronte migranti, invece, le notizie arrivano dall’ospedale Garibaldi di Catania: le due sospette tubercolosi ipotizzate ieri sono state confermate, e si è aggiunta anche una diagnosi di polmonite. Due uomini sono ricoverati nel reparto Malattie infettive del presidio sanitario catanese, mentre il terzo è in Pneumologia. Resta il silenzio, invece, sugli stupri: il contesto sociale in cui le donne che li hanno denunciati vivono rende prudente, spiegano dall’ospedale, evitare di diffondere questo genere di informazioni. Le sei che sono scese per prime dalla Diciotti, comunque, sono state portate insieme alle altre nell’hotspot di Messina, alla ex caserma Gasparro, da cui poi saranno smistati tutti i profughi soccorsi in mare: una ventina andranno in Albania, altrettanti in Irlanda e altri ancora saranno ospitati dal Vaticano. Dove non è ancora chiaro.

Dal ministero degli Esteri albanese fanno sapere a MeridioNews che le ambasciate sono in stretto contatto e lavorano a ritmi serrati per assicurare il trasferimento dei cittadini stranieri nei Balcani. I tempi, però, non sono definiti e si saprà qualcosa in più già domattina. Sempre nei prossimi giorni dovrebbero arrivare anche gli sviluppi sull’indagine a carico del ministro dell’Interno Matteo Salvini, nei confronti del quale la procura di Agrigento ipotizza i reati di sequestro di persona, abuso d’ufficio e arresto illegale. Mercoledì i magistrati agrigentini dovrebbero inviare gli atti a Palermo e da là, successivamente, dovrebbero essere spediti a Roma. 

Luisa Santangelo

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