«È in corso presso l’assessorato regionale alla Salute, su indicazione del presidente della Regione Siciliana, un vertice operativo in merito alla nota inviata dal Dipartimento di Farmacologia dell’Asp di Palermo con la quale si è data indicazione di sospendere l’erogazione dei sistemi di monitoraggio per la determinazione della glicemia. Tale decisione è certamente non condivisibile, pertanto la dirigente generale dell’Asp di Palermo è stata inviata ad agire sollecitamente». A parlare, dopo la lunga lettera-denuncia postata sui social network dal giornalista Salvo Ricco, è l’assessore regionale alla Salute, Ruggero Razza, da stamattina al lavoro per cercare di capire come sia possibile che nelle farmacie manchino i microinfusori per controllare i livelli di glicemia nel sangue. Al vertice convocato da Razza sono intervenuti anche la dirigente generale dell’Asp di Palermo, Daniela Faraoni, e il responsabile della diabetologia dell’ospedale di Partinico, Vincenzo Provenzano.
I tre hanno fatto il punto sulla situazione in seguito alla lettera aperta che il giornalista ha postato sui social, manifestando la propria «paura per ciò che sta accadendo ai diabetici siciliani, in special modo ai diabetici di tipo 1, come me, che hanno in dotazione il microinfusore».
«La nostra unica speranza – ha scritto Ricco – si chiama insulina. La nostra vita è legata all’insulina. Ma per protesta smetterò di assumerla, mettendo a rischio la mia salute, perché nel meccanismo di distribuzione dei presidi medici, a cominciare dal nuovo sensore collegato al microinfusore 670G, Il Guardian 3, qualcosa si è inceppato. E a noi diabetici non interessa chi sta sbagliando in questa storia – perché qualcuno sta sbagliando – ma interessa solo che questa vicenda si concluda al più presto e che le farmacie tornino ad avere i sensori adatti a questi apparecchi moderni, paragonabili, pensi, a un quasi pancreas artificiale. A molti diabetici sono stati distribuiti i nuovi microinfusori, e i risultati positivi cominciano ad arrivare».
Ma quando le cose sembravano migliorare, ecco che «nelle farmacie – è la denuncia del giornalista – mancano i sensori. Cioè, ci vantiamo di avere uno tra i microinfusori più evoluti al mondo ma poi mancano i sensori, lasciando al buio i diabetici. Grazie a questi sensori, che noi infilziamo nelle nostre carni, il microinfusore riceve ogni cinque minuti i livelli di glicemia nel sangue. Ciò permette alla macchina di intervenire automaticamente con microgocce di insulina, per tenere a bada la glicemia. Pensi a quanti benefici ne potrà ricavare un bambino diabetico, ma anche un adulto, con livelli mostruosi di glicemia».
«La domanda che le pongo è molto semplice: se sono stati distribuiti i nuovi microinfusori perché le farmacie non sono fornite di sensori? C’è qualcosa che non torna. E questa incertezza provoca molto sconforto e paura tra i diabetici. Presidente, la prego, intervenga presto. Nei prossimi giorni, per protesta, se non ci saranno sviluppi staccherò dal mio corpo il micronifusore, vanificando i progressi conseguiti negli ultimi due anni, che mi hanno permesso di non avere più le temute ipoglicemie. E mi spingerò verso qualcosa di ancora più grave: smetterò di assumere insulina, mettendo a rischio la mia salute. Non è un braccio di ferro, ma un sacrificio necessario; un’azione dettata dalla disperazione di chi ogni giorno deve lottare per averla vinta sul diabete, e che vive nella speranza che tutto potrà tornare al proprio posto grazie a un suo autorevole intervento».
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