Le minacce di Toto’ Riina al pm Nino Di Matteo, magistrato del pool che sostiene l’accusa nel processo Stato-Mafia, non sono semplici intimidazioni. Ne e’ convinto lo stesso Di Matteo, che al Giornale Radio parla per la prima volta dopo la pubblicazione delle intercettazioni in carcere. “Io cerco di concentrarmi sul lavoro, ma certamente saremmo degli stupidi se non avvertissimo una, credo normale, preoccupazione”, dice il magistrato che poi cosi’ valuta le parole intercettate: “Non credo si possano definire delle semplici minacce ma sono delle intenzioni omicidiarie prospettate a un altro detenuto probabilmente perche’ in qualche modo vengano portate all’esterno per essere eseguite”.
Dichiarazioni, quelle del Pm, che ci portano a rilanciare un interrogativo: è stato opportuno fare circolare queste notizie? Averle rese pubbliche, a prescindere dalla presunta buona fede, non è stato fare il gioco di Riina?
Di questo avevamo parlato con Salvatore Borsellino: ” Il fatto che la notizia delle minacce sia diventata pubblica è positivo se guardiamo alla reazione della società civile. Non ho mai visto così tanti cittadini stringersi intorno ad un magistrato in pericolo. E parlo con cognizione di causa. Per Paolo e per Giovanni non è stato così. Quindi mi sembra un miracolo già vedere una società civile così sensibile e così pronta a schierarsi apertamente al fianco di Nino Di Matteo.
Dallaltro lato- spiega Borsellino a LinkSicilia-certamente cè da chiedersi se questo carcerato con cui Riina ha parlato dei sui intenti contro Di Matteo, non sia un provocatore. Cioè qualcuno messo lì proprio per provocarlo e fargli dire queste cose. Anche perché non capisco cosa possa temere dallinchiesta sulla trattativa. Si tratta di un argomento complicato. Andiamo a toccare temi quali la fuga di notizie e come sono venute fuori”.
Anche Antonio Ingroia aveva espresso dubbi: “Certo che è stato un errore divulgare le notizie, ma siamo sicuri che sia stato un errore?”
Insomma c’è una regia esterna che sta pilotando questa operazione ‘outing’ di Riina? La possibilità è reale. Non a caso, il Procuratore Capo di Palermo, Francesco Messineo, cauto per antonomasia, non ha esitato a parlare di entità esterne alla mafia che potrebbero trovare un alibi nelle minacce del boss.
Minacce a Di Matteo, Salvatore Borsellino: Agghiacciante il silenzio dello Stato, lo isolano. E sulla divulgazione della notizia
La vera antimafia di Palermo si stringe attorno al pm Nino Di Matteo
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