Prima Fiammetta Borsellinoe a breve potrebbe essere turno di Nino Di Matteo: il sostituto della Procura nazionale antimafia ha scritto alla Commissione parlamentare antimafia, presieduta da Rosy Bindi, e ha chiesto «di essere convocato dopo le notizie sulle audizioni in commissione sui processi celebrati per la strage di Via D’Amelio». Di Matteo ha scritto di volere «rendere dichiarazioni che ritengo possano finalmente contribuire a ristabilire la verità’ dei fatti e porre fine a strumentalizzazioni dannose per l’efficacia degli accertamenti e per il possibile sviluppo di ulteriori indagini sulla strage».
Seppur non citati, sembrano chiari i riferimenti alle recenti dichiarazioni della figlia del giudice ucciso dalla mafia il 19 luglio del 1992. Fiammetta Borsellino, tra le altre cose, aveva – anche lei senza citarlo – lo stesso Di Matteo quando aveva manifestato malcontento per la scelta di destinare alle indagini «un giovane pm». Come era Di Matteo, all’epoca in servizio presso la procura nissena e sotto scorta dal 1993, tutelato recentemente al massimo livello di sicurezza dopo le minacce di Totò Riina, al quale nei giorni scorsi il Comune di Roma ha conferito la cittadinanza onoraria.
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