Resterà a Palermo per altri sei mesi il pm Nino Di Matteo. Lo ha disposto il ministero della Giustizia accogliendo la richiesta, avanzata dal procuratore di Palermo Francesco Lo Voi, di posticipare la sua presa di possesso alla Direzione Nazionale Antimafia. Di Matteo, il mese scorso, era stato nominato sostituto procuratore della Dna, sede che lui stesso aveva scelto partecipando a un concorso.
Dopo la nomina, però, il magistrato ha manifestato in più sedi la volontà di proseguire il processo sulla cosiddetta trattativa Stato-mafia che, spostandosi nella Capitale, avrebbe dovuto lasciare. E ha auspicato una sua applicazione al dibattimento: un provvedimento che gli avrebbe permesso di sostenere l’accusa in giudizio e nello stesso tempo cominciare il suo lavoro in via Giulia. La decisione di posticipare di fatto il trasferimento, che ha ricevuto l’ok del Procuratore Nazionale Antimafia Roberti, non solo permetterà al pm di portare a termine il processo trattativa, ormai prossimo alla conclusione, ma anche di lavorare a tutti gli altri processi a cui è applicato: ad esempio quello agli assassini del penalista Enzo Fragalà. Il posticipato possesso è stato motivato inoltre con esigenze di sicurezza: i continui spostamenti dalla Capitale a Palermo per le udienze avrebbero aumentato i rischi corsi dal magistrato più scortato d’Italia.
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