G7, pioggia di critiche per la foto che ricorda Il Padrino Ardizzone scrive a Gentiloni: «Alimenta solo pregiudizi»

«Sembra richiamare improvvisati servizi turistici più che un vertice internazionale con i maggiori leader mondiali». L’immagine a cui il presidente dell’Ars, Giovanni Ardizzone, fa riferimento in una lettera indirizzata al premier Paolo Gentiloni è quella apparsa sulla app destinata ai giornalisti della stampa estera accreditati al G7 di Taormina. Nella foto si vede un giovane con la coppola che con una sigaretta tra le labbra fissa una ragazza con l’ombrellino.

«Da tempo – continua Ardizzone – sono abituato, ma non rassegnato, ai continui attacchi delle tv nazionali, anche del servizio pubblico, nei confronti della nostra bella Sicilia. Di certo, però, non avrei mai immaginato di dover prendere le distanze da uno spot, che non fa altro che alimentare i soliti stereotipi sui siciliani e che non giova a nessuno, tantomeno a un’Italia che intende ripartire. Ricordo ancora le motivazioni che convinsero il suo predecessore quando scelse Taormina come sede del G7 per rilanciare l’immagine mediatica di un’Isola e non per alimentare pregiudizi e visioni distorte del contesto – prosegue il presidente dell’Ars, rivolgendosi a Gentiloni -. In questo percorso si inserì anche la scelta del logo per il summit, con un’immagine che intendeva promuovere una terra, quella siciliana, che si caratterizza per l’innata capacità di far coesistere cultura, accoglienza e vita». Ardizzone si augura «che la scelta di quella foto si sia solo un errore e per questo le chiedo formalmente di ritirarla».

IAncora nessuna risposta ufficiale da Palazzo Chigi, nonostante l’eurodeputata Partito democratico Michela Giuffrida abbia rilanciato in una nota la notizia che l’immagine sarebbe stata rimossa dalla app. Sui social, però, la polemica prosegue. «Ed è subito anni ’50: il machismo come valore identitario della Sicilia – scrive l’attivista Lgbt Daniela Tomasino -. Ma come può venire in mente? È la stessa agenzia del Fertility Day? Che tipo di Italia (e di Sicilia) si immaginano?». Critiche anche dall’ex assessora regionale al Turismo, Cleo Li Calzi, secondo la quale «Renzi aveva scelto Taormina, preferendola anche a Firenze, perché voleva dare al mondo un’immagine mediatica della Sicilia sganciata dai pregiudizi e fondata sulla bellezza del suo patrimonio culturale. Non devono averlo compreso. Forse – sottolinea Li Calzi – l’immagine del Teatro di Taormina affacciato sul mare con lo sfondo dell’Etna sembrava troppo bella?».

«Resta amara la consapevolezza – commenta invece Giuffrida – che aver messo la coppola sul G7 (proprio per usare un frasario locale vecchio quanto discutibile) per sconfiggere lo stereotipo Sicilia-terra di mafia, è davvero inutile se i primi a vederci con gli occhi de Il Padrino siamo noi». A intervenire è anche l’ex presidente del Senato, Renato Schifani. «È arduo pensare di poter fare l’Europa se non si conosce casa propria – dichiara -. L’immagine diffusa per promuovere il G7 di Taormina è fuori luogo, fuori tempo e quindi fuorviante e controproducente. Un danno immeritato per l’Isola e una involontaria dichiarazione di cecità antropologica da parte del governo centrale. Se è questa l’idea che Palazzo Chigi ha della Sicilia forse – conclude Schifani – sarebbe meglio che non se ne occupasse».

Miriam Di Peri

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