Derby a Messina vietato a tifosi del Catania Ci sarà megaschermo in piazza Università

«Un megaschermo per seguire tutti insieme la partita». La risposta dei tifosi del Calcio Catania al divieto di partecipare domenica al derby in trasferta col Messina – suggerito dall’Osservatorio nazionale per le manifestazioni sportive e approvato dopo una riunione alla prefettura peloritana – è una petizione on line rivolta all’amministrazione comunale etnea. Che risponde confermando la posa dello schermo in piazza Università, che trasmetterà la partita che avrà inizio alle 14.30. Intanto – negata per la seconda volta la possibilità di partecipare a un derby fuori casa – si estende il malcontento della piazza rossazzurra verso la tessera del tifoso. «Non se ne capisce più il senso». 

A lanciare la raccolta firme sul web è stata una tifosa di 25 anni, che segue il Calcio Catania da quando ne aveva appena sei. «Per me che lavoro a Messina è una doppia beffa – dice a MeridioNews Lucia Finocchiaro – Senza alcun dubbio sarei andata allo stadio». Il giorno dopo avere avuto notizia del divieto di acquistare i biglietti per il derby – che pesa su tutti i residenti nella provincia di Catania – «mi sono svegliata con l’idea di un megaschermo che permettesse ai tifosi rossazzurri di seguire insieme la partita», che sarà trasmessa sia su internet che in televisione. Tra le ipotesi anche il possibile coinvolgimento di uno sponsor per finanziare l’affitto dello schermo, che sarebbe così a costo zero per le sofferenti casse comunali. Dell’iniziativa sarebbero stati informati anche il sindaco Enzo Bianco, l’assessorato allo Sport e tutti i consiglieri comunali. «Dopo qualche giorno di attesa la conferma. Il megaschermo sarà posto in piazza Università. Trasmetterà sia la partita che le fasi antecedenti e successive. «Siamo molto soddisfatti», commenta la promotrice.

L’allestimento del megaschermo non mette però a tacere una questione sempre più dibattuta dalla tifoseria etnea. Per partecipare alle trasferte, anche i sostenitori catanesi hanno l’obbligo di sottoscrivere – per loro al costo di dieci euro – la tessera del tifoso. «Che dovrebbe servire – spiega la giovane rossazzurra – a fare selezione tra chi è violento e chi no, tra chi può andare lo stadio ovunque e chi deve starne lontano». Ma la disposizione del prefetto di Messina Stefano Trotta – motivata anche con i passati scontri tra le due tifoserie e le forze dell’ordine – «tratta i tifosi catanesi come fossero tutti violenti, dei terroristi. Pure chi, come me, vorrebbe solo godere lo spettacolo di un derby – conclude Finocchiaro – Ed è la dimostrazione che la tessera ha fallito». 

Il derby di domenica col Messina, allo stadio San Filippo, è la seconda trasferta alla quale la tifoseria catanese non potrà partecipare. Era già capitato per la sfida di coppa Italia ad Agrigento. Mentre domenica scorsa ai tifosi agrigentini era stato permesso di seguire la propria squadra allo stadio Angelo Massimino. Il sospetto di alcuni tifosi è che le posizioni dell’Osservatorio sulle manifestazioni sportive – che ha sede a Roma e dà il primo parere sulle decisioni riguardanti l’ordine pubblico – «siano cambiate dopo gli episodi di violenza accaduti nella trasferta di Caserta». Che avrebbero coinvolto parte della tifoseria catanese – come raccontato dalla questura campana – che però non è stata finora punita con alcun provvedimento restrittivo (Daspo), a differenza di quella casertana. 

Marco Di Mauro

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