Depuratori, la scure dell’Europa sui Comuni siciliani Una maximulta da 21 milioni più sanzioni giornaliere

Il tempo delle proroghe è finito e il conto alla rovescia ormai iniziato. A partire dal primo giugno la Sicilia pagherà un prezzo salatissimo per non aver rispettato le direttive europee in materia di depurazione delle acque reflue. Troppi ancora gli scarichi inquinati o non sufficientemente trattati che finiscono nei mari che circondano l’Isola. E così ecco che una delle tante sentenze della Corte di giustizia europea, nello specifico la procedura di infrazione legata ai Comuni «al di sopra dei15mila abitanti equivalenti», tra meno di una settimana diventerà esecutiva.

A renderlo noto, nel corso di un’audizione tenuta lo scorso mercoledì in commissione Sanità all’Assemblea regionale siciliana, è stato Marcello Loria, capo di gabinetto dell’assessore all’Energia Alberto Pierobon. È una vera e propria stangata, quella a cui dovranno fare fronte i Comuni siciliani: se, infatti, la multa da parte dell’Unione europea è a livello nazionale, sarà poi Roma a rivalersi sulle Regioni. E Le Regioni, a loro volta, sui singoli Comuni. Così la sanzione, pari a una multa una tantum di 63 milioni di euro, si riverserà per un terzo proprio in Sicilia. Già, un terzo dei comuni italiani multati per non aver rispettato le normative in materia di depurazione, si trova proprio in Sicilia. Ma c’è di più: oltre alla multa una tantum, di cui alla Sicilia toccherà pagare 21 milioni di euro, l’Ue condanna l’Italia a una sanzione giornaliera a decorrere dal settembre 2016 e che durerà fino a quando gli impianti non scaricheranno realmente acqua depurata in mare. La multa, anche in questo caso, è salatissima: circa 350mila euro al giorno, ancora una volta da ridistribuire ai Comuni inadempienti. In soldoni, le amministrazioni comunali siciliane dovranno pagare una quota parte di circa 116mila euro al giorno. Fino a quando non si metteranno in regola.

Ma questa è soltanto una delle sentenze emesse dalla Ue in materia di acque reflue: per gli agglomerati superiori a duemila abitanti, per esempio, la procedura di infrazione è ancora in corso, ma è molto probabile che anche in quel caso scatteranno le multe. E anche salate. Come faranno i Comuni, già in bolletta, a fronteggiare le sanzioni? Con ogni probabilità le amministrazioni locali non avranno a disposizione le somme per poter pagare le multe dell’Europa, ma questo non significa che la faranno franca. Come già accaduto in altre occasioni, Bruxelles potrebbe decidere di decurtare le somme, in via compensativa, dalle rendicontazioni sulla spesa comunitaria. Lasciando scoperti interi capitoli dei bilanci comunali. Una partita di giro, insomma. Che rischia di lasciare i Comuni in difficoltà praticamente sul lastrico.

Miriam Di Peri

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