In attesa della definizione della giunta regionale di Renato Schifani, con la Democrazia Cristiana nuova pronta a ricoprire due assessorati, a richiamare l’attenzione sulla questione nomine e incarichi, interviene lo stesso Totò Cuffaro. Da commissario del partito che ha superato lo sbarramento e si è collocato a ridosso della lista Popolari e Autonomisti di Raffaele Lombardo e della Lega Prima l’Italia di Matteo Salvini, guarda avanti e alla necessità di costruire un progetto di ampia portata. «Per risollevare – ha detto Cuffaro – le sorti morali, politiche ed economiche del Paese e della nostra Sicilia occorre che tutti gli uomini liberi e forti del nostro tempo, disincantati dalla politica, scoraggiati dal funzionamento e dalla scarsa capacità formativa e selettiva delle classi dirigenti, nonché delusi dagli attuali partiti populisti e sovranisti, sentano di impegnarsi direttamente e attivamente. Il nostro è un partito aperto in grado di ridare la speranza a un Paese disorientato e al limite della tenuta istituzionale, sociale, economica e politico-territoriale, che si basa sulla partecipazione laboriosa alla vita delle nostre comunità e sulla lotta per far valere e realizzare le nostre idee. E per formare una classe dirigente competente ed efficiente – prosegue – ci ispireremo alla dottrina sturziana, agli esempi del Popolarismo, al retaggio morale e sociale della Democrazia Cristiana di Alcide De Gasperi, di Giorgio La Pira e di tanti loro illustri successori alla guida del partito e del Governo del Paese”.
Dopotutto era stato proprio Cuffaro, mesi addietro, ad annunciare tutto il suo impegno per riportare lo scudo crociato, sebbene oggetto di un ritocco grafico, e i democristiani all’interno delle amministrazioni locali e non solo in nome dei principi e dei valori che hanno scritto la storia del Paese. «Proprio De Gasperi – continua – testimoniava che essi ‘pensavano alla future generazioni e non alle prossime elezioni’. Noi pensiamo ai giovanissimi e a chi ci succederà e non al potere e alle poltrone momentanee. Il nostro obiettivo è costruire per il futuro. Per questo vogliamo una classe dirigente che si proponga di fondare il suo agire sul principio del Bene Comune: una classe dirigente illuminata dai valori della cooperazione, della solidarietà e della sussidiarietà; una classe dirigente sollecitata dallo spirito di servizio e dalla concezione del lavoro quale espressione e realizzazione della dignità umana; una classe dirigente capace di creare le condizioni morali e sociali in cui ogni persona possa sviluppare pienamente le sue potenzialità, relazionali e professionali in un clima di dialogo responsabile e di rispetto della libertà».
Già lo stesso banco di prova per le amministrative di Palermo ha consegnato una squadra nuova, per molti aspetti, fatta di giovani come pure di professionisti che hanno deciso di scommettersi. «Abbiamo bisogno – conclude – di una classe dirigente che finalmente dia alla nostra Isola la spinta necessaria per consegnare alle prossime generazioni una Sicilia moderna, produttiva, florida e centrale nello scacchiere del mediterraneo».
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