Democratici a raccolta, a Catania, per sostenere la candidatura al parlamento nazionale di Emiliano Abramo, noto in città per l’impegno sociale in favore degli ultimi con la comunità di sant’Egidio. Ed è proprio guardando a chi sta ai margini, alla necessità di combattere le diseguaglianze, che il Partito Democratico crede fortemente in questa proposta. Una sfida che, come ha detto il segretario regionale dei Dem, Anthony Barbagallo, è «dentro o fuori». Inevitabile il riferimento alle condizioni nelle quali è stata lasciata la città dall’amministrazione di centrodestra guidato da Salvo Pogliese. «Qui si sceglie – continua Barbagallo – se vogliamo Meloni e Salvini o il modello che pensiamo noi cioè di una società aperta e accogliente, inclusiva e solidale. Abbiamo la possibilità di dare una lezione alla destra». Ad essere convinti della scelta di Emiliano Abramo per il collegio catanese è tutto il partito. «Investiamo su un ragazzo – prosegue Barbagallo – che ha una storia personale fatta di lotta alle diseguaglianze, di impegno nel sociale. Questo è il Partito Democratico che vogliamo, lo sviluppo che immaginiamo per questa città che, negli ultimi anni, è stata abbandonata».
A riprova che un’Italia diversa è possibile, rispetto a quella proposta da Fratelli d’Italia e dalla Lega, i democratici mostrano l’esempio di accoglienza dell’associazione don Bosco 2000. «La nostra esperienza – ha detto Cinzia Vella – è quella di una famiglia allargata dove i minori stranieri, che sono arrivati, hanno trovato la possibilità per ricominciare una vita. Tutto è durato fino al decreto sicurezza nell’ottobre 2018. I ragazzi non erano più liberi e hanno ripreso a vivere il terrore. Il decreto Salvini ha avallato e giustificato il pregiudizio. Il 31 dicembre 2018 siamo stati costretti alla chiusura del centro di accoglienza. Immaginate il dolore. Abbiamo cercato di superare le difficoltà, trasformando la struttura in uno ostello. Adesso abbiamo aperto le porte anche agli ucraini».
Solidarietà, scuola, formazione. Questi i temi messi al centro e riassunti nell’ideale politico di Emiliano Abramo. «Vogliamo consegnare – ha dichiarato Abramo – un Paese rinnovato. Crediamo che il 25 settembre dalle urne possa uscire una nuova Italia in termini di possibilità di studio, di crescita, di energia. Io ho un forte legame con il territorio. Dall’altra parte sento di chiudere i porti, di blocco navale e tanto altro. C’è di cosa preoccuparsi. Metto al servizio della mia candidatura la mia storia». Alla base, del suo impegno in politica, da indipendente nel PD, Emiliano Abramo mette il documento Non possiamo tacere dei fedeli laici della Diocesi catanese. Un primo e possibile passo, lungo un cammino nelle Istituzioni, che riaccenda i fari su chi vive nel bisogno e con il sogno di una vita normale.
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