I carabinieri del Ris di Messina stanno effettuando gli accertamenti irripetibili sui reperti ritrovati a Caccamo durante le indagini sull’omicidio di Roberta S, la ragazza di 17 anni uccisa la notte tra il 23 e il 24 gennaio e bruciata nelle campagne del paese. Del delitto è accusato il fidanzato Pietro Morreale, 19 anni, detenuto con l’accusa di omicidio volontario.
L’avviso dell’esecuzione degli accertamenti è stato notificato agli avvocati Giuseppe Canzone e Sergio Burgio, legali della famiglia di Roberta. Nel corso dei sopralluoghi dei carabinieri sono stati prelevati campioni di terreno, diversi capelli trovati nei pressi della zona del campo di calcio, dove, secondo gli inquirenti sarebbe avvenuto il delitto, tracce biologiche sia nella Fiat Punto che nell’abitazione di Pietro Morreale.
Il 9 aprile il medico legale del policlinico di Messina Alessio Asmundo incaricato dal gip Angela Lo Piparo depositerà la sua relazione sull’autopsia che dovrebbe chiarire le cause della morte della ragazza. Sin dalla prima ispezione del medico legale e poi successivamente nel corso dell’autopsia eseguita a Messina dopo una settimana, era emerso che la ragazza non fosse stata strangolata. L’ipotesi degli investigatori e’ che Roberta sia stata colpita alla testa e bruciata. Da accertare se sia stata bruciata dopo che era morta o quando era priva di sensi.
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