Dehors, come può cambiare la gestione degli spazi aperti «Sullo stesso piano le esigenze di esercenti e residenti»

Da un minimo di 155 euro a un massimo di 624. Questo il valore della multa che dovrà accollarsi chi non rispetterà le nuove disposizioni, ipotizzate nel nuovo regolamento in attesa di approvazione, in materia di dehors. Vale a dire gli spazi aperti con tavolini e strutture di ristoro annesse alle attività di somministrazione di alimenti e bevande, dai locali a pub e ristoranti. Strutture che, di fatto, dovranno armonizzarsi il più possibile con l’ambiente in cui si inseriscono, senza deturparlo né alterarne natura e caratteristiche tipiche. Tenendo conto, quindi, per ogni zona dell’intrinseco valore storico e culturale, secondo una precisa classificazione delle aree in centro storico e zone storico-monumentali, borgate marinare, fascia costiera e zone residenziali. In quanto a strade, l’occupazione sarà consentita su quelle urbane di quartiere e su strade locali. Sarà consentita anche l’occupazione nello spazio di pertinenza del pubblico esercizio individuato dalla proiezione ortogonale di quest’ultimo. «Dette occupazioni sono concedibili a chi è titolare di attività effettuata in locali interni posti a piano terra, esclusivamente nell’area prospicente il locale, e anche a chi è titolare di attività di somministrazione regolarmente autorizzata ed effettuata in locali posti al piano seminterrato», si legge nel documento, che non è tuttavia una proposta di giunta, ma degli assessori Leopoldo Pampiano e Fabio Giambrone, cui è seguito un grosso lavoro fatto dalla Commissione che ha incontrato sia le associazioni sia gruppi di commercianti di aree specifiche.

«È una proposta frutto di un importante lavoro svolto dagli uffici e dalle Commissioni del consiglio comunale, che hanno recepito molte indicazioni venute dai commercianti – ribadiscono infatti entrambi gli assessori -. L’iter è stato più lungo del previsto perché abbiamo voluto elaborare una proposta che non suscitasse alcuna perplessità sul piano formale, che speriamo quindi possa essere discussa ed approvata velocemente». Un lavoro, quello messo nero su bianco col nuovo regolamento, che ha trovato accoglimento e apprezzamento anche nel presidente della commissione consiliare Attività produttive Ottavio Zacco, che ha posto l’attenzione sulla «grande capacità d’ascolto e di sintesi» dimostrata dalla Commissione. «Offriamo a tutti i consiglieri un’ottima proposta – ha aggiunto – che tiene conto delle tante esigenze in campo e che può essere buon strumento per sostenere un settore commerciale che oggi è trainante dell’economia cittadina».

Nel documento si torna anche sulle precise indicazioni sui metri quadri da occupare all’esterno, sulla base delle dimensioni anche del locale al suo interno. Distinguendo anche fra aree pedonalizzate, di cui si può occupare un minimo di 50 metri quadri fino a un massimo di 100 a seconda delle caratteristiche dell’esercizio. E poi ci sono le distanze minime da rispettare con le installazioni, tutte rigorosamente amovibili, da calcolare sulla base di portoni, finestre e aperture in genere del locale, degli eventuali arredi pubblici presenti sul posto, così come di edicole, chioschi e simili, fino a tener conto ovviamente dell’eventuale prossimità di una pompa per fare benzina. Bisognerà mantenere delle distanze precise anche da cestini, aiuole e alberi, specie se monumentali, così come anche da piste ciclabili e percorsi ad hoc per il servizio pubblico. Bisognerà badare anche all’eventuale presenza di altre strutture simili nella stessa area («divieto assoluto di coesistenza tra tende ed ombrelloni»), così come, a prescindere da tutto, le strutture dovranno sempre tener conto di possibili incroci o intersezioni stradali con semaforo, punti cruciali in cui le occupazioni non dovranno in alcun modo fungere da ostacolo impedendo una corretta e libera visuale.

Le strutture potranno essere installate su diverse aree, rispettandone le caratteristiche e le dimensioni. Dai marciapiedi pubblici o di uso pubblico ai porticati, e ancora strade e piazze pedonali, zone a traffico limitato, nel centro storico e nelle borgate marinare dove però non intralcino il traffico. Tutti spazi intesi come antistanti al locale in questione che vorrà montare delle strutture esterne. Sono esclusi invece i grandi assi viari di collegamento, le strade principali delle circoscrizioni e quelle delle periferie. Per le occupazioni, poi, di aree non antistanti le strutture non dovranno interferire con un lungo elenco di voci: «Passi carrabili, passaggi e/o attraversamenti pedonali, corsie riservate ai mezzi pubblici e relativi spazi di fermata, stalli, raccordi, rampe, corridoi e corsie di transito riservati ai soggetti invalidi, spazi riservati ai veicoli in servizio di piazza, uscite di sicurezza, spazi riservati ai cassonetti per i rifiuti e quelli riservati con apposita segnaletica ai servizi di emergenza o igiene pubblica».

Alcune modifiche, poi, permetteranno di poter autorizzare la concessione di suolo pubblico anche a quegli esercizi che svolgono attività in locali posti a piano seminterrato; ma solo ed esclusivamente a chi è titolare di attività di somministrazione a far data dall’entrata in vigore delle modifiche stesse. Non sarà più possibile, poi, chiedere suolo pubblico oltre quello in proiezione che costituisce il fronte del proprio locale. Mentre prima era consentito occupare sino al doppio della superficie interna destinata alla somministrazione, con queste modifiche, mantenendo il limite massimo di 36 mq, l’occupazione non potrà essere superiore al 50 per cento della superficie interna destinata alla somministrazione e viene comunque garantita a quei locali che hanno superfici inferiori a 20 mq la possibilità di ottenere comunque 12 mq. Tra le novità, anche l’eliminazione del vincolo orario dalle ore 20 fino all’una del giorno successivo (per il centro storico e le borgate marinare) e il divieto di diffusione musicale sia dal vivo che fono riprodotta negli spazi oggetto di concessione. Uno dei passaggi, forse, più contestabili del nuovo regolamento. La fruizione dei dehors sarà consentita sino a mezzanotte, orario oltre il quale piani di appoggio e sedute dovranno essere tolti.

«I manufatti collocati sull’area occupata devono essere tenuti in perfette condizioni di manutenzione ed igiene – si legge ancora nel regolamento -, in modo da garantire un ottimo risultato estetico e la sicurezza e l’incolumità delle persone». Vietati «spigoli vivi, parti taglienti, strutture poco visibili o mal posizionate, tali da costituire fonte di pericolo con particolare attenzione all’incolumità dei bambini e dei disabili e devono rispettare le norme sull’abbattimento delle barriere architettoniche». Le g saranno rilasciate per un periodo pari o inferiore a otto mesi (con possibilità di richiesta di rinnovo), mentre il periodo previsto per quelle continuative il periodo massimo sarà di tre anni. «Uno strumento più articolato per far fronte alla situazione modificata in città, con il sempre più forte afflusso turistico e col moltiplicarsi dell’offerta e della domanda – osserva il sindaco Leoluca Orlando -. Una proposta che comunque tiene nel giusto conto sia le esigenze degli esercenti sia quelle dei residenti, oltre la garanzia di condizioni di sicurezza. Auspichiamo ovviamente che come avvenuto per il regolamento sui mercati vi sia una proficua collaborazione di tutte le forze politiche in consiglio per una veloce approvazione di questo importante strumento».

Silvia Buffa

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