«Stanze senza condizionatori e senza zanzariere, infiltrazioni d’acqua, docce sporche e con le mattonelle rotte. Un pericolo per i ragazzi ciechi che rischiano anche di farsi male». È la denuncia dei residenti dell’istituto per ciechi e ipovedenti Ardizzone Gioeni di Catania. «Da qualche tempo – spiega una delle giovani a MeridioNews – siamo stati trasferiti tutti e cinque in un reparto in cui uomini e donne condividono tutto, forse senza tenere in considerazione che tra noi non ci sono solo persone non vedenti ma anche ipovedenti».
Al di là delle questioni di genere, le lamentele dei residenti dell’istituto di via Etnea si concentrano soprattutto sul pratico: «Carenze di igiene e mancanza di assistenza. Il convitto – continuano – è lasciato a se stesso e noi ragazzi avremmo bisogno di più sostegno specie durante i pasti o per provvedere alle esigenze igieniche». Una situazione che, stando a quanto riferito dai residenti, andrebbe avanti già da diverso tempo. «Non possiamo continuare a vivere in queste condizioni, chiediamo al commissario dell’ente e alle istituzioni competenti di intervenire».
«Ho appreso di questa situazione dei bagni solo la scorsa settimana – risponde a MeridioNews il commissario straordinario dell’Ipab Giampiero Panvini – e ho già dato l’incarico a un idraulico che ha presentato il preventivo più conveniente. Martedì sarà tutto risolto». Per quanto riguarda le denunce dei residenti sulle carenze assistenziali, il commissario assicura di essere «già in possesso di tutte le informazioni necessarie e, adesso, verranno presi i dovuti provvedimenti nei confronti del personale che non ha provveduto ad assistere i ragazzi in modo adeguato». Per l’ente pubblico di assistenza e beneficenza, il commissario conferma che «si sta facendo un grande lavoro di ristrutturazione delle stanze per rendere l’Ardizzone Gioeni una residenze davvero adeguata. Quando sono arrivato – ricorda – ho trovato una situazione critica e debiti per un milione e 800mila euro. Adesso – conclude – abbiamo già rimesso in funzione molte cose».
In passato, alcuni degli assistiti hanno già denunciato criticità sulla mensa e la revoca di servizi di assistenza per gli studenti. «In sollievo dei ciechi indigenti d’ambo i sessi». È questa la motivazione con cui, in un testamento segreto del 10 marzo 1884, il filantropo Tommaso Ardizzone Gioeni nomina erede universale del suo ingente patrimonio un «ospizio-spedale». L’opera, progettata dall’architetto Filadelfo Fichera e dal figlio Francesco, viene consegnata ai catanesi nel maggio del 1911. Adesso, c’è anche il rischio che la struttura possa cambiare destinazione. «Altra cosa inaccettabile – criticano gli assistiti – è che il centro diurno per persone con pluridisabilità per cui è stato vinto un bando nel 2016, in realtà, non abbia mai funzionato mentre molte attrezzature si rovinano». Un danno, soprattutto, per i molti ragazzi che avrebbero potuto usufruirne.
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