IL DISEGNO DI LEGGE E’, PER CERTI VERSI, RIVOLUZIONARIO. PERCHE’ TOGLIE AI ‘PROFESSIONISTI DELL’ANTIMAFIA’ – CIOE’ A CROCETTA, LUMIA E MONTANTE – DI FARE E DISFARE A PIACIMENTO IN BARBA ALLA LEGGE. IN PRATICA, QUELLO CHE HANNO FATTO FINO AD OGGI CON LE NOMINE
Sono appena due articoli, poche righe. Ma sono una mezza bomba che mette in evidenza le grandi contraddizioni del Governo regionale di Rosario Crocetta. Tema: il decreto legislativo n. 39 di quest’anno. Il provvedimento, ignorato dall’attuale esecutivo regionale, che tiene attualmente in piedi decine e decine di nomine illegittime. A cominciare dalla nomina di Alfonso Cicero all’Irsap (Istituto regionale per le attività produttive) voluta, in barba proprio al decreto legislativo 39 da Confindustria Sicilia.
Di scena un disegno di legge presentato dal capogruppo dell’Udc all’Ars, Calogero ‘Lillo’ Firetto. Cosa prevede questo disegno di legge di appena due articoli? Leggiamolo assieme.
Art. 1
Conferimento degli incarichi nel periodo di interdizione degli organi titolare (ai sensi allart. 18, 3° comma del D. Lgs. n. 39/2013)
1. Nel caso in cui il Presidente della Regione o lAssessore regionale competente non possano provvedere alle nomine di competenza, ai sensi dellart. 18 del D. Lgs. 8 aprile 2013, n. 39, al conferimento degli incarichi provvede il Presidente dellAssemblea Regionale Siciliana nel rispetto di quanto previsto dal decreto legislativo predetto.
2. Per gli enti pubblici sottoposti al controllo ed alla vigilanza della Regione, per gli enti privati in controllo pubblico e per gli altri organismi regionali il potere sostitutivo di cui al precedente comma è esercitato dallamministrazione vigilante”.
In pratica, il disegno di legge introduce il potere sostitutivo per ripristinare la legalità che l’attuale Governo regionale – presidente della Regione e assessori – stanno volutamente ignorando (la parola più corretta, in realtà, è calpestando).
La novità, per certi versi assoluta, è che, in presenza di un Governo che parla di antimafia e di legalità e che poi, però, calpesta un legge – il decreto legislativo n. 39 – che si applica anche in Sicilia, il presidente dell’Ars si sostituisce al presidente della Regione.
Il disegno di legge dell’Udc vale anche per gli assessori. Perché se è vero che Montante, Lumia e Crocetta, fino ad oggi, controllano in modo ‘militare’ nove assessorati su 12, è anche vero che, verosimilmente, hanno impedito anche ai tre assessori dell’Udc di applicare il decreto legislativo n. 39.
Il provvedimento, insomma, contiene anche un messaggio ‘politico’: il decreto legislativo n. 39 è stato voluto dall’attuale ministro della Pubblica amministrazione, Giampiero D’Alia. Ed è molto singolare che, nella Regione dove il ministro vive, il decreto 39 venga calpestato. Anche dai tre assessori della Giunta Crocetta che fanno capo all’Udc.
In questo senso è illuminante il comma due dell’articolo 1 del disegno di legge. Rileggiamolo:
“Per gli enti pubblici sottoposti al controllo ed alla vigilanza della Regione, per gli enti privati in controllo pubblico e per gli altri organismi regionali il potere sostitutivo di cui al precedente comma è esercitato dallamministrazione vigilante”.
In pratica, ciò significa che per gli enti sottoposti al controllo della Regione – enti che oggi, rispetto al decreto legislativo n. 39, sono tutti inadempienti – il potere sostitutivo è esercitato dagli assessorati (e quindi dai dipartimenti) a cui fanno capo.
Ad esempio, se un ente fa capo all’assessorato region al al Turismo, il potere sostitutivo è esercitato dallo stesso dall’assessorato. Nel caso di un ente che fa capo all’assessorato alle Risorse agricole e alimentari (ex assessorato all’Agricoltura), il potere sostitutivo è esercitato dallo stesso assessorato. E via continuando.
L’articolo 2 del disegno di legge si conclude con la formula di rito:
1. La presente legge sarà pubblicata nella Gazzetta ufficiale della Regione siciliana.
2. E’ fatto obbligo a chiunque spetti di osservarla e di farla osservare come legge della Regione.
La parola, adesso, passerà all’aula. Detto questo, forse non sarebbe male introdurre una norma, come dire?, a tutela della legalità dalla protervia dei ‘Professionisti dell’Antimafia’.
Ovvero introdurre anche le sanzioni per chi non rispetta questa legge. E, cioè, la decadenza del dirigente responsabile del settore, del dirigente generale e dell’assessore regionale.
E’ l’unico modo, questo, per fare rispettare il decreto legislativo 39. Senza sanzioni, infatti, i ‘Professionisti dell’Antimafia’ e, in generale, i politici continueranno a non applicare questa legge.
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