De Rose e la ricetta vincente per puntare in alto «Il segreto? Servono fame e un gruppo unito»

Un uomo di esperienza e di temperamento. Con l’acquisto di Francesco De Rose, centrocampista classe 1987 che vanta più di 200 presenze in serie C, il Palermo ha centrato uno dei suoi obiettivi in sede di mercato. In attesa di possibili nuovi movimenti in entrata (Di Gaudio), la dirigenza del club di viale del Fante ha rinforzato la squadra con un elemento in grado di dare una mano importante nella zona nevralgica del campo. «Palermo è una piazza di alto livello sotto tutti i profili – ha sottolineato il mediano arrivato a titolo definitivo dalla Reggina – ho accettato immediatamente. Sono qui per dare il mio contributo e darò il massimo per aiutare la squadra a salire in classifica e ambire a quei traguardi che la città merita. Nel mirino della società rosanero anche nei mesi scorsi? La Reggina mi ha ritenuto incedibile, ecco il motivo per cui non abbiamo neanche trattato. Conservo di Reggio ricordi magnifici e che porterò sempre con me ma la Reggina fa ormai parte del passato. Adesso sono a Palermo, credo in questo progetto e darò tutto per questa maglia».

E De Rose, che quando giocava a Cosenza i tifosi chiamavano Ciccio polpaccio dopo avergli visto i muscoli della parte posteriore della gamba, con la casacca numero 18 ha esordito subito (nel corso del secondo tempo della gara interna con il Teramo) con la sua nuova squadra. Arrivato in città la sera prima è stato gettato nella mischia senza avere disputato neanche un allenamento con i nuovi compagni: «Immaginavo, però, che il mister mi avrebbe potuto chiamare in causa. Me lo ha anticipato e io sono entrato in campo per dare tutto me stesso e cercare di dare un contributo». Ha agito da regista arretrato in una cerniera a tre: «Nella mia carriera ho interpretato più di un ruolo a centrocampo, ho fatto il play e anche la mezzala e posso giocare in una mediana sia a due che a tre. A Reggio, ad esempio, anche se giocavamo in un centrocampo a due facevo il play dato che ero io ad arretrare per farmi dare il pallone. Gioco dove mi chiede il mister e soprattutto dove ho la possibilità di rendermi utile. La squadra mi ha fatto una buonissima impressione – ha aggiunto – è un Palermo vivo e che a mio avviso ha una classifica un po’ bugiarda. Dobbiamo compiere una scalata ma abbiamo le carte in regola per lottare per la promozione. Daremo il massimo per arrivare il più in alto possibile e per giocarci i playoff alla grande».

Il neo-acquisto rosanero, che ha ritrovato Floriano dopo l’esperienza vissuta al Barletta («Siamo rimasti in contatto. L’ho chiamato, adesso, quando la trattativa era ormai in dirittura di arrivo ma abbiamo parlato solo di aspetti organizzativi legati alla vita privata»), si è messo a totale disposizione di Boscaglia: «Lo conoscevo già per averlo affrontato più volte da avversario. E’ un tecnico preparato, così come Toscano (suo allenatore al Cosenza e di recente anche alla Reggina, ndr) con il quale ho un rapporto speciale, giustamente non si accontenta mai e cura ogni dettaglio. Aspetto, quest’ultimo, che non può che fare bene al gruppo perché ci consente di migliorare giorno dopo giorno». Reduce da una promozione in B, De Rose conosce la ricetta vincente per il salto di categoria: «Il segreto è quello di restare sempre sul pezzo. Se hai poca fame non vai da nessuna parte e serve un gruppo unito. A questo proposito ho trovato qui un gruppo bellissimo ma se siamo noni in classifica vuol dire che dobbiamo dare qualcosa in più. E io sono arrivato proprio per dare quel qualcosa in più che può aiutare la squadra a compiere un salto in classifica».

Antonio La Rosa

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