De Magistris? Si difende dal processo…

Ha fatto della uguaglianza di tutti i cittadini di fronte alla legge una bandiera della sua azione di magistrato prima e di politico poi. Diceva di non guardare in faccia nessun:o politici, magistrati o imprenditori potenti. Ammoniva Berlusconi di difendersi nel processo e non dal processo. All’inchiesta Why not, che gli fu sottratta, deve la sua fortuna politica. Non a caso oggi è il sindaco di Napoli. Eppure, quando viene tirato in ballo, Luigi De Magistris non si fa scrupolo di ricorrere all’immunità che deriva dalla sua appartenenza al Parlamento europeo. Si comporta, insomma, come si comportavano quelli che perseguiva quando ricopriva il ruolo di magistrato.

Incoerente? In buona sostanza, sì. Nelle more che gli venga concessa l’immunità dal Parlamento europeo, chiede e ottiene la sospensione dei processi. E’ successo già due volte al Tribunale civile di Catanzaro. E ci ha provato anche nell’ultima causa di danni per diffamazione in corso a Lamezia Terme su iniziativa di Tonino Saladino, l’imprenditore lamentino che, pur assolto da gran parte delle accuse, è ancora oggetto di attenzione da parte del De Magistris politico.

In una intervista rilasciata al “Fatto quotidiano” il 9 marzo 2011, il neosindaco di Napoli aveva accostato Saladino all’inchiesta della P4 e, in particolare, ad Alfonso Papa, asserendo di avere trovato durante una perquisizione “un biglietto dove, in riferimento ad alcuni appalti ministeriali, era affiancato il nominativo di Alfonso Papa”. Saladino ritiene l’accostamento all’inchiesta sulla P4 diffamatorio anche perché afferma di non conoscere Alfonso Papa, ma Vincenzo Papa. Così cita per danni De Magistris.

Solo che l’illustre convenuto – cioè De Magistris – ritiene di essere un cittadino che gode di alcuni privilegi che gli derivano dalla carica di europarlamentare e chiede di sospendere il processo in attesa che il Parlamento europeo si pronunci a favore dell’immunità.

Tutto a posto? Non esattamente. Il legale di Saladino, il palermitano Salvatore Ferrara, che difende Saladino insieme a Maria Bonaddio, altro avvocato di Lamezia Terme, non ci sta e si oppone alla richiesta sospensione. E spiega perché De Magistris non può fruire dell’immunità anche se il Parlamento europeo gliela riconoscesse. Dice l’avvocato Ferrara: “Con la sentenza del 21 ottobre 2008 pronunciata dalla Corte di Giustizia (nei procedimenti riuniti C-200/07 e C-201/07) su rinvio pregiudiziale della nostra Corte di Cassazione, è stato correttamente osservato che la disciplina comunitaria non prevede la necessità di alcun intervento pregiudiziale del Parlamento europeo volto ad accertare, rispetto agli eventuali procedimenti giudiziari in corso a livello nazionale, la sussistenza dell’immunità in oggetto. Ciò posto, poiché è assente una specifica competenza riservata ad un organo comunitario, spetta al giudice nazionale verificare la sussistenza o meno dei presupposti legali dell’immunità di cui al Protocollo dell’8 aprile 1965 sui privilegi e sulle immunità delle Comunità europee).

Può anche porsi il caso di un intervento del Parlamento europeo a protezione di un suo componente. Tale intervento è previsto non dallo stesso Protocollo sopra citato, ma da una fonte regolamentare interna del Parlamento europeo. “Ne consegue, secondo la Corte di giustizia europea – aggiunge l’avvocato Ferrara – che il parere espresso dal Parlamento europeo non è vincolante nei confronti del giudice nazionale. Il criterio per valutare la sussistenza o meno dell’immunità consiste nel nesso funzionale tra le dichiarazioni rese extra moenia e la funzione di parlamentare”.

“Nella fattispecie – precisa sempre il legale palermitano – risulta completamente carente il requisito della sostanziale corrispondenza di significato tra opinioni espresse nell’esercizio di funzioni parlamentari e atti esterni richiesto per la configurabilità di siffatto nesso dalla giurisprudenza costituzionale, la quale ha precisato che non sono sufficienti allo scopo né una mera comunanza di argomenti né un mero contesto politico cui esse possano riferirsi (sentenza n. 317 del 2006, e, in precedenza, sentenze n. 258 del 2006, n. 176 e n. 28 del 2005)”.

In un recente precedente il Tribunale di Marsala, sulla base di queste argomentazioni, accogliendo la tesi dello stesso avvocato Ferrara, ha negato l’immunità parlamentare europeo Claudio Fava, che pure aveva fatto pervenire una raccomandazione dal Parlamento europeo che invitava il giudice nazionale a tener conto dell’immunità del proprio membro. Ciò in quanto Fava non aveva dimostrato alcun nesso tra le dichiarazioni televisive rese ad ‘Anno zero’ e l’esercizio attraverso atti tipici della sua funzione di parlamentare europeo.

Redazione

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