Il tribunale del Riesame di Messina ha annullato l’ordinanza che disponeva i domiciliari per il neo deputato Cateno De Luca e Carmelo Satta, arrestati l’8 novembre scorso con l’accusa di evasione fiscale. Tornati in libertà dopo l’interrogatorio di garanzia davanti al gip Carmine De Rose, i due secondo il collegio non andavano arrestati.
Il Riesame ha infatti accolto il ricorso del deputato e contestualmente ha revocato anche il sequestro da un milione e 750mila euro, cioè il valore della presunta evasione. Decade anche il divieto di ricoprire cariche apicali negli enti coinvolti nell’inchiesta, ovvero il Caf Fenapi e le altre società di servizi collegati.
Il politico eletto nelle file dell’Udc è accusato di evasione fiscale nell’ambito dei rapporti tra la Federazione nazionale piccoli imprenditori (Fenapi) e il Caf a essa collegata. Magistrati e guardia di finanza ritengono che dal Caf siano stati trasferiti dei costi alla Fenapi per operazioni inesistenti, il tutto con l’intento di sfruttare il regime fiscale agevolato che spetta all’associazione. L’evasione è stata quantificata in un milione e 750mila euro.
«Come abbiamo sempre detto, non c’erano gli estremi per arrestare De Luca né per procedere al sequestro», commenta il legale del deputato, Tommaso Micalizzi, contattato telefonicamente. «Adesso aspettiamo che la procura faccia appello contro questa decisione, così andremo fino in fondo».
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