[De]generazioni, la nuova stagione del teatro Biondo Puglisi: «Ente in ottimo stato, gli altri danno i numeri»

Ritorni – Ficarra e Picone che interpretano Aristofane, Davide Enia con un monologo su Lampedusa, la surrealtà di Antonio Rezza, lo Slava’s Snowshow che porta il circo a teatro divertendo pubblici di tutte le età – e nuovi arrivi si intrecciano nella nuova stagione del Teatro Biondo. L’edizione 2018/2019 si annuncia come quella dell’ulteriore rilancio dello Stabile di Palermo, e verrà anticipata dalla riproposizione di un lavoro di Emma Dante, Bestie di scena, che era saltato per l’infortunio di uno degli attori protagonisti. Sul palco del Biondo presenti il direttore artistico Roberto Alajmo e, in rappresentanza dei tre soci – Fondazione, Comune e Regione -, il presidente Giovanni Puglisi, l’assessore alla Cultura Andrea Cusumano e l’assessore al Turismo Sandro Pappalardo. Oltre che uno dei big sponsor del teatro, vale a dire l’imprenditore Tommaso Dragotto, mentre è rimasto più defilato Alessio Planeta

Tra le novità di quest’anno c’è anche Chi vive giace, con un testo scritto dallo stesso Alajmo e incentrato su un fortuito incidente automobilistico che innesca sensi di colpi e propositi di vendetta, e che cambierà la vita dei protagonisti. Un’offerta comunque eterogenea, tra scommesse –  nuovi lavori come 456, scritto e diretto da Mattia Torre (tra gli sceneggiatori della serie cult Boris) – e grandi classici (sempre comunque rivisitati), da Pirandello a Shakespeare al Don Giovanni di Mozart suonato dall’orchestra di piazza Vittorio. La stagione di quest’anno, chiamata [De]generazioni, mette a confronto padri e figli, maestri e allievi, esperienze che si trasmettono e che si trasformano. Ma anche degenerazioni, ossia alterazioni e degradazioni: di simboli, di valori, di utopie.

E se ad Alajmo è toccata, ovviamente, la presentazione degli spettacoli scelti, le valutazioni fatte dagli altri relatori sono state in parte diverse. A partire dalle considerazioni sullo stato di salute del teatro, enunciate dal rettore della Kore di Enna Giovanni Puglisi. «Il Biondo è in ottimo stato – ha esordito – se guardiamo i dati contabili, gestionali e culturali. Abbiamo da poco approvato il bilancio relativo al 2017, con un avanzo di gestione modesto ma comunque in crescita: 24mila euro, 20mila in più rispetto all’anno scorso. C’è stata una valutazione attenta di ogni spesa, a partire dalle produzioni nostre che poi circolano nei teatri nazionali. Abbiamo messo a gara tutti i servizi, dai vigilanti alle pulizia. In due anni abbiamo avuto un incremento di abbonati di quasi il 70 per cento, e dello sbigliettamento di oltre il 20 per cento. Sfido chiunque a trovare dati del genere, anche a livello nazionale». E lo sfoggio di Puglisi non poteva essere una frecciata velenosa anche alla commissione ministeriale che ha recentemente bocciato il passaggio del Biondo a Teatro Nazionale. «Vogliamo essere giudicati su questi numeri, gli altri ce li giochiamo al lotto, sono stati anzi i valutatori a dare i numeri».

Il direttore artistico ha auspicato che la collaborazione con Ficarra e Picone possa replicarsi negli anni a venire. E sempre alla collaborazione ha mirato, lo scrittore, anche nel rapporto con gli altri teatri della città. «Finora ci siamo comportati come i capponi di Renzo – ha detto – senza pensare che se non ci alleiamo finiamo tutti nello stesso pentolone. Questo non può essere un teatro riservato solo alle cinquemila persone che notoriamente vanno a teatro a Palermo, ma deve puntare anche alle famiglie e ai turisti». E la presentazione della nuova stagione, avvenuta nel quinto anniversario della morte di Franco Scaldati, si chiude con una scommessa: «Sarà ancora più lusinghiera per il Biondo e per Palermo».

Il collegamento tra lo Stabile e la città è stato rinvigorito poi dall’assessore Cusumano. «Voglio manifestare apprezzamento per il lavoro svolto da tutto il personale del teatro – ha aggiunto -. Ricorderete tutti la situazione terribile di qualche anno fa. Nell’anno della Capitale della Cultura il Biondo si conferma uno dei fiori all’occhiello della città». Mentre l’assessore Pappalardo ha ricordato le attenzioni del governo Musumeci. «Non più finanziamenti a pioggia – ha detto – ma quasi 50 milioni affidati ai teatri. ll Biondo non è solo virtuoso ma è un modello gestionale per la Regione Siciliana. Ricordo i grandi sforzi di tutti, anche cancellando le proprie indennità. E figurarsi che in Sicilia non esiste neanche una mappatura dei teatri, e noi abbiamo iniziato un censimento». Per poi concludere il suo lungo intervento con un aneddoto, e cioè di quella volta che trovò Salvo Ficarra litigare davanti il botteghino di un teatro, perché lui voleva pagare a tutti costi il biglietto. 

Andrea Turco

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