Davide Maria Vasta è decaduto dalla carica di deputato dell’Assemblea regionale siciliana. A stabilirlo è una sentenza del tribunale di Palermo, che ha tentato di mettere ordine in una battaglia di ricorsi tutta targata Sud chiama nord, partito di Vasta, con cui si è candidato anche a sindaco per le prossime amministrative a Riposto, ma anche di Salvatore Giuffrida, primo dei non eletti e autore del ricorso nei confronti del collega, di cui dovrebbe prendere il posto tra gli scranni dell’Assemblea riservati alla compagine di Cateno De Luca.
Secondo il tribunale, Vasta sarebbe stato ineleggibile, in quanto rappresentante di «società ed imprese volte al profitto di privati, che godano di contributi, concorsi, sussidi o garanzie da parte dello Stato o della Regione». Vasta è stato infatti fino al 2022 membro del direttivo, nonché responsabile commerciale e responsabile ufficio acquisti di Cot, società cooperativa attiva nel campo della ristorazione che, oltre ad avere ricevuto finanziamenti dall’Ircac, partecipata della Regione, gestisce diversi servizi per enti pubblici, come mense universitarie, la mensa della caserma Tukory e il bar dell’ospedale Cervello di Palermo. Una posizione lavorativa, quella dell’ormai ex deputato, di fatto incompatibile con la carica istituzionale, come stabilito dalla legge regionale. Secondo il tribunale, Vasta si sarebbe dimesso dalla sua carica in seno a Cot solo dopo la competizione elettorale. Caso chiuso, dunque? Neanche per idea. Vasta può ancora ricorrere in appello, mettendo così in stand-by l’ingresso di Salvatore Giuffrida a palazzo dei Normanni.
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