Neanche 24 ore dopo la notizia della citazione in giudizio per le attività di sindaco della Città metropolitana, per Salvo Pogliese arriva una sentenza di condanna da parte della Corte dei conti. I giudici della sezione giurisdizionale d’appello si sono espressi sul ricorso presentato dai legali dell’attuale primo cittadino etneo in merito al pronunciamento di primo grado relativo al conferimento di alcuni incarichi, negli anni in cui Pogliese era all’Ars. La Corte lo ha condannato al pagamento di 9160,63 euro per danno erariale.
All’origine della decisione il fatto che gli incarichi furono dati in assenza di effettiva utilità. Nel mirino dei giudici sono finiti gli atti riguardanti le consulenze fornite dall’avvocato Sebastiano Seviluca Scrofani, a cui andarono 3255 euro, e Salvatore Scandurra, all’epoca dei fatti laureato in giurisprudenza che svolgeva attività di praticantato che percepì 5935 euro. «I consulenti nominati provvedevano a fornire consulenze e pareri legali relativi alle funzioni specifiche del vicepresidente dell’Ars in maniera prevalentemente orale», dichiarò nel corso del giudizio di primo grado Pogliese, che all’epoca dei fatti era componente del Consiglio di presidenza dell’Ars.
Nel corso dell’indagine l’accusa nei suoi confronti era di quasi 17mila euro, somma comprendente anche una terza consulenza. Proprio Pogliese davanti ai magistrati si era difeso sottolineando come il numero di consulenze affidate negli anni da deputato regionale fosse stato contenuto.
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