LA CASSAZIONE CONFERMA LA CONDANNA DELLA CORTE DEI CONTI PER LA VICENDA DELLA BANCA DATI REGIONALE
Niente da fare. La Corte di Cassazione ha respinto il ricorso dellex ragioniere generale della Regione Siciliana Enzo Emanuele oggi direttore dell’Irfis, confermando la condanna della Corte dei Conti: dovrà rimborsare mezzo milione di euro alle casse di Palazzo d’Orléans.
La vicenda riguarda il contratto stipulato dal super-dirigente della Regione con la società Dbi Srl di Bagheria (Pa) per la realizzazione di una banca dati: spesa complessiva 4,2 milioni di euro. L’accordo, che risale al 2005, impegnava la società a cedere definitivamente alla Regione la banca dati denominata ‘Legislazione regionale siciliana’ nell’arco di tre anni e ad assicurare l’aggiornamento dei dati e la formazione del personale regionale per consentire alla scadenza del termine contrattuale la gestione in autonomia dell’archivio da parte della Regione.
Secondo quanto accertato dalla Guardia di Finanza di Palermo e dai funzionari istruttori della Procura contabile nonostante la società Dbi abbia sollecitato la Regione a individuare i soggetti da formare, il termine contrattuale triennale è scaduto senza che l’ente pubblico beneficiasse della formazione.
Dal 15 agosto del 2008, inoltre, la Dbi ha continuato ad aggiornare la banca dati sulla base di un contratto, autorizzato sempre da Enzo Emanuele, stipulato tra la stessa società e Sicilia e-servizi. il nuovo accordo prevedeva un pagamento alla Dbi di 780 mila euro da parte di Sicilia e-servizi, sino al 31 dicembre del 2009 per aggiornare la banca dati e formare il personale della partecipata. Secondo i giudici di primo grado della Corte dei conti, però, questultima spesa era ingiustificata.
I magistrati contabili, hanno considerato come danno erariale lesborso da parte della Regione dei 292.416 euro, condannando, appunto, Emanuele. Una condanna, , rincarata in appello a giugno e confermata ieri dalla Cassazione.
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