L’ex sindaco di Catania Enzo Bianco e l’attuale primo cittadino Salvo Pogliese sono stati citati in giudizio dalla Corte dei conti, per danno erariale, insieme a diverse persone che, tra il 2014 e 2017, erano, a vario titolo, in rapporto con la Città metropolitana. Il provvedimento segue un’indagine della Guardia di finanza sull’attribuzione dell’indennità di risultato ai dirigenti della Città metropolitana (ex Provincia) di Catania nei quattro anni presi in esame.
Il danno erariale ammonta 981mila euro, contestato in quota parte a ciascun soggetto in relazione al proprio apporto causale. Oltre a Bianco e Pogliese, la citazione in giudizio coinvolge Giuseppe Romano e Francesca Paola Gargano (nella qualità di commissari straordinari), Francesca Ganci (direttore generale), Ignazio Baglieri (segretario generale). E ancora i componenti dell’organismo indipendente di valutazione Roberto Cosio, Santa Strano, Renato D’Amico, Concetta Silvestra Furia. Giuseppina Burtone, Alfredo Lanaia e Diane Litrico.
Secondo la Procura erariale, nelle annualità considerate sono state rilevate «plurime criticità nel ciclo di gestione della performance, tali da determinare la violazione del principio di necessaria correlazione tra l’erogazione di premi e i risultati raggiunti, e rendere, dunque, ingiustificata, l’attribuzione dell’indennità di risultato ai dirigenti». «In molti casi – spiegano i magistrati contabili – gli obiettivi assegnati ai dirigenti sono risultati generici e riferibili all’ordinaria attività dell’ente, in contrasto con la finalità di incentivazione del merito, oltre che identicamente riproposti nelle diverse annualità e talvolta già ricompresi in un diverso obiettivo o già raggiunti prima dell’approvazione del piano della performance. Nel 2016 e nel 2017 è stata riscontrata anche l’assoluta assenza di predeterminazione degli obiettivi.
«Nel massimo rispetto di ogni magistratura, questa iniziativa assunta dalla procura regionale della Corte dei conti non posso che definirla surreale – commenta Pogliese – poiché, come rappresentante legale della Città metropolitana, incarico che il sindaco del capoluogo democraticamente eletto svolge gratuitamente, ho solo doverosamente sottoscritto la conclusione di una procedura di un organismo indipendente che altri avevano nominato, relativa al periodo 2013-2017, quando ancora non si erano neppure svolte le elezioni comunali, avvenute com’è noto nel giugno 2018, ed ero ancora deputato al Parlamento europeo». Il primo cittadino etneo difende la propria posizione: «Come amministratore pubblico che si dibatte quotidianamente tra mille difficoltà, devo rispondere di una vicenda di cui non potevo né conoscere i contorni, né tantomeno incidere, eppure chiamato in causa senza fondate ragioni. Seppure non possa nascondere il dispiacere per le ingiustificate contestazioni che mi vengono mosse, rimango tuttavia fiducioso che quando un organo terzo della magistratura valuterà serenamente i fatti, decreterà – conclude Pogliese – la mia palese estraneità ai rilievi che mi vengono inspiegabilmente contestati».
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