«Quando sono arrivato nel quartiere di San Berillo, ho trovato delle belle persone: mi avevano detto che stava nascendo un progetto e potevano aiutarmi. Ero incuriosito». Quando si tratta di descrivere l’esperienza che sta vivendo, Leonard Hope non perde mai il sorriso. Nigeriano di 21 anni, Leonard è arrivato in Italia da minorenne su barcone proveniente dalla Libia. Lui è uno dei ragazzi che hanno preso parte al progetto denominato Sottosopra – abitare collaborativo, iniziativa partita dallo storico palazzo De Gaetani di San Berillo che ha l’obiettivo di contrastare l’emergenza abitativa e la povertà, dando ad alcune persone la possibilità di avere un tetto sotto cui abitare e un’occupazione in modo da riscattarsi. L’esperienza nata all’interno della sede dell’associazione Trame di quartiere vuole essere trampolino di lancio per San Berillo, dove spesso si assiste a situazioni di disagio sociale. Ed è proprio qui che l’associazione Trame di quartiere ha deciso di fronteggiare, in maniera concreta, i problemi di chi spesso sta ai margini della società. Dopo aver rivolto un bando per chiunque fosse in condizioni disagiate, gli operatori hanno messo a disposizione la propria sede per dei colloqui e per delle attività di restauro di palazzo De Gaetani, storico palazzo ottocentesco, che ha sta accogliendo il primo progetto di housing sociale: dare l’opportunità a persone svantaggiate di intraprendere un percorso abitativo e lavorativo.
«Sono senza genitori, per qualche anno ho abitato nello Sprar di Caltagirone – spiega Leonard – La mia permanenza lì aveva un tempo limitato, quindi avrei dovevo lasciare la comunità, non sapevo dove andare: non volevo stare in strada, volevo avere una casa come tutti e un lavoro. Un operatore mi ha parlato di questo progetto. Così sono arrivato a San Berillo: ho avuto anche un po’ di paura, il quartiere era abbandonato. Sono entrato nella sede di Trame e mi hanno spiegato in cosa consisteva il progetto». Il percorso era rivolto a chiunque fosse in situazioni di estrema difficoltà. A fare domanda sono stati in 15. Oltre ai colloqui con gli operatori e la collaborazione in alcune attività, gli aderenti al progetto dovevano collaborare in alcune piccole attività di lavoro per la sistemazione dell’appartamento di palazzo De Gaetani dove si svolge l’iniziativa. Contestualmente hanno condiviso alcuni momenti di socialità, come la partecipazione a pranzi e cene per poter stare insieme.
«Ho fatto diversi colloqui: sono stato con i volontari e con gli altri che, come me, avevano deciso di rimanere. Poi tornavo in comunità, nella speranza di far parte del progett. Era un’opportunità straordinaria – prosegue Leonard – La risposta positiva è arrivata qualche mese fa: sono contentissimo. Adesso sto facendo tirocinio in una sala ricevimenti a Trecastagni. Abito lì e nel fine settimana torno a Catania, a Palazzo De Gaetani, dove trascorro le giornate insieme agli altri inquilini».
Su 15 domande presentate, in nove sono rientrati nel progetto, che durerà un anno e sarà estendibile a sei mesi. «La scelta è stata fatta dagli operatori in base alla motivazione di ognuno dei partecipanti – afferma Andrea Bonardi, uno degli operatori dell’associazione Trame di Quartiere – Saranno coinvolte anche altre persone nel progetto, che potranno essere indicati anche dagli assistenti sociali. Molti non se la sono sentita di continuare il percorso, ad altri siamo riusciti a trovare un’occupazione: quasi tutti, come nel caso di Leonard, adesso hanno un lavoro e dormono in altre abitazioni». Attualmente a partecipare al progetto di housing sociale sono in quattro, a cui presto si aggiungeranno altre persone. «Io e un altro operatore ci prendiamo cura di seguire tutto l’andamento del percorso – continua Bonardi – Non si tratta di una comunità: gli inquilini possono entrare e uscire liberamente».
Tutto il progetto ha un valore di 550mila euro, finanziato da Fondazione per il Sud e ripartiti tra gli enti partner: oltre a Trame di quartiere, ci sono il Sunia (sindacato Inquilini e assegnatari), Diaconia Valdese, il Comune di Catania, Impacat Hub, con Oxfam Italia come ente capofila. A dare un importante contributo è stato anche Ikea, il famoso marchio svedese ha fornito alcuni elementi per l’arredo dei locali. Oltre all’housing sociale, le iniziative di Trame di quartiere per San Berillo sono diverse. Su tutti è prevista la realizzazione di una caffetteria sociale che, oltre a essere un angolo di ristoro, potrà rappresentare un punto di incontro dove i cittadini del quartiere possono discutere di iniziative o eventuali problematiche. «Abbiamo in mente anche di promuovere la portineria sociale per tutti coloro che non hanno una buca dove ricevere le lettere e di creare una rete di sostegno in cui gli abitanti si aiutino reciprocamente – conclude Bonardi – Il progetto di housing sociale darà l’opportunità ad alcuni di ripartire e fare in modo che in futuro abbiano una posizione stabile per poter sostenere un affitto ed essere completamente autonomi. Ma le iniziative a sostegno degli abitanti di San Berillo e di chi è in difficoltà ci saranno sempre».
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