Da San Pietroburgo a Palermo per studiare Beni Culturali «Dovevo restare quattro giorni ma non sono andata più via»

Prima di trasferirsi ha viaggiato molto e vissuto qualche mese in diverse regioni, ma degli oltre duecento luoghi che ha visitato, tra città e piccoli paesini, ha scelto Palermo. Elena Saveleva ha 30 anni e da poco più di un anno vive qui e studia Beni Culturali. Una decisione che ha preso solo per amore dell’Italia e non di un italiano, come tiene a sottolineare. Elena racconta i suoi viaggi sui social ottenendo anche un certo riscontro in termini di followers (circa 16mila). «Sono venuta a Palermo la prima volta due anni fa, per caso: avevo in programma di restare solo quattro giorni a Catania per andare sull’Etna. Ma non ho più preso il volo di ritorno e ho passato il mio compleanno alle Valle dei Templi. Da lì sono venuta a Palermo con la voglia di scoprire veramente cos’è la Sicilia e come si vive qui. Mi sono innamorata subito di questa città, tanto da tornarci per studiare Beni Culturali. Ho visitato tante città e paesini in Italia, perché mi piace molto viaggiare, ma Palermo resta la città più bella e quella dove voglio vivere adesso; è molto particolare, è una città caotica e ricca di cultura. Solo qui posso godere delle bellezze della Cattedrale con i giochi di luce, mangiando una brioche con il gelato e in sottofondo sentire la musica proveniente dai Quattri Canti. Qua mi sento felice e a casa nonostante tutto».

Sono tantissimi ormai i turisti che scelgono Palermo come meta per trascorrere qualche giorno di vacanza, ma chi decide di rimanere poi fa esperienza in concreto di ciò che significa veramente vivere qui. Confrontandosi con luci e ombre di una città complessa. «Quello che mi ha colpito subito di Palermo – racconta –  è stata la disponibilità della gente, anche degli sconosciuti. Una semplice domanda su dove andare diventa un modo per ricevere consigli preziosi su come muoversi e dove mangiare. Stesso discorso per l’università, è stato facile fare amicizia, nonostante la differenza d’età con gli altri ragazzi. In generale non posso che confermare ciò che si dice sull’accoglienza dei siciliani». 

Ombre e luci, si diceva. Gente diversa e mille sfumature di una città come Palermo possono spiazzare chi non è nato e cresciuto qui. «Ho conosciuto tante persone meravigliose – sottolinea –  che si prendono cura di Palermo. Ma purtroppo ce ne sono molte altre che non hanno rispetto e che non si rendono conto di quanto questa città può dare. Mi piace molto il cibo siciliano, ma non è semplice trovare i prodotti locali di qualità al supermercato e al mercato stesso». E dopo aver raccontato le bellezze di questa città, qualche tempo fa ha pubblicato una foto dove si tura il naso davanti a dei materassi abbandonati vicino a piazza Indipendenza. Uno scatto che le è costato critiche ma anche apprezzamenti da parte di chi spesso denuncia il degrado che si può trovare a Palermo.  Alle critiche ha risposto con convinzione: «Anche io abito qui e amo Palermo». 

Ma quale significato ha per lei quella foto? «A dire la verità è successo per gioco, facendo qualche scatto per Instagram vicino piazza Indipendenza. Inizialmente volevo provocare i followers russi perché spesso mi dicevano che mostro solo le cose belle di Palermo (che sono tantissime… molto più dei materassi per strada). Ma sinceramente non mi vedo come attivista, anche se è impossibile non vedere i problemi di questa città». Elena non ha intenzione di andarsene a breve da Palermo e dall’Isola: «Per ora sto studiando e per qualche anno resterò qui. Poi mi piacerebbe vivere in Sicilia e promuovere i suoi beni». 

Stefania Brusca

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