Una storia che porta con sé il messaggio di amore per la vita e che unisce la voglia di lottare contro le avversità in nome della passione per lo sport. Stefano Scibilia, poliziotto e ciclista amatoriale, ha cercato di manifestare durante la sua traversata, non in bicicletta, ma che hanno visto un percorso impervio, pieno di tornanti da dominare. Dal 2018, infatti, quando ha scoperto i primi sintomi con febbre e spossatezza, lo sportivo del Messinese sta conducendo il suo sprint verso la tappa che sancirebbe la vittoria su un tumore. La malattia ha sicuramente cambiato la sua quotidianità, ma non gli ha tolto l’attaccamento agli affetti e la passione per la bicicletta. Scibilia così ha deciso di conciliare l’amore per la vita con quello per lo sport in un viaggio in bici che il 13 giugno lo vedrà in partenza da Capo Milazzo per poi arrivare a Padova, dove dovrà affrontare dei controlli indispensabili per il suo stato di salute. È stato proprio al Policlinico del capoluogo veneto dove il 14 maggio 2019 gli viene diagnosticata la malattia. Dopo alcune sedute di chemio, adesso Scibilia afferma di «stare bene, il viaggio che intraprenderò non ha nessuna prescrizione – ha raccontato ai microfoni di Direttora Daria, su Radio Fantastica e Sestarete Tv – Bisogna avere testa, cuore, gambe. Ma, soprattutto, tanta forza di volontà».
L’iniziativa di Scibilia vogliono mettere in risalto la voglia di vivere e vuole essere d’ispirazione a chi, come lui, sta affrontando situazioni complicate e in certi frangenti pensa di lasciarsi andare e abbattersi. «Ho vissuto degli anni terribili – spiega il ciclista amatoriale – La chemio è stata terrificante. Oltre a stare male, era diventato difficile anche mangiare: qualsiasi cosa aveva un sapere insipido. Dopo la terapia ho preso un po’ di peso – sorride – Devo fare dei controlli sistematici e periodici, ma non appena ho finito le sedute, ho cercato di recuperare la forma fisica rimettendomi in bicicletta: stato anche un modo per distogliermi dalla malattia». Scibilia ricorda quando a 13 anni ha perso il padre con un tumore. «Quando ho scoperto di dover lottare anche io contro la malattia – aggiunge – ho pensato subito ai miei figli e al fatto che anche loro avrebbero potuto perdere il padre».
Da lì è iniziata un’altra fase della sua vita, a partire dal condividere ancora di più le sue passioni con la famiglia. «Mio figlio pedalava insieme a me, per il momento ha lasciato. Per i miei figli sono un supereroe: loro sono fieri di me e io cerco di dare il massimo per loro», dice. Ora la mente è tutta concentrata alle migliaia di chilometri che dovrà affrontare. Per Scibilia, inoltre, in questa avventura sportiva e ricca di significato c’è un motivo in più. «Partirò da Capo Milazzo dopo aver ricevuto la benedizione del parroco, don Carmelo. Capo Milazzo e Padova sono due località presenti nella storia di sant’Antonino, santo che dalla Spagna giunse proprio in Sicilia da naufrago. Il suo viaggio lo porterà fino a Padova dove il 13 giugno, giorno in cui ricorre la festività dedicata a lui».
Quando arriverà a Padova, Scibilia si sottoporrà alle visite per poi affrontare il viaggio di ritorno in macchina con la sua famiglia. L’impresa sarà documentata sulla pagina Facebook Un viaggio per la vita. «Può essere un’occasione di ispirazione per molti – conclude – non è un gesto dedicato soltanto chi scopre di avere una malattia, ma anche per chi sta benissimo e da chi si fa abbattere dalle cose piccole. Spero, quindi, che questo sacrificio serva anche a una persona, ma che possa dargli forza e speranza di affrontare le criticità».
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