Mario Lo Presti e la moglie Josephine Corcione, trentenni allevatori di Nicosia, in provincia di Enna, amano le loro capre. «A ciascuno – spiegano – diamo un nome secondo caratteristiche psico-fisiche o situazioni». C’è Gabriella, la più piccolina, «che si chiama così perché è stata adottata da nostro figlio Gabriele»; Regina, «la femmina alfa», che comanda all’interno del branco; Bella, che incanta tutti al primo sguardo; Conchiglia, «che possiede due corna particolarmente attorcigliate tanto da ricordare la forma di una conchiglia».
Una scommessa che comincia nel 2009, quando la giovane coppia muove i primi passi per la creazione l’agricola agricola a Nicosia, in contrada Torre di Monaco, nel cuore della Sicilia rurale. Mario, figlio di allevatori, dopo la morte del padre porta avanti per alcuni anni l’attività di famiglia, ma poi si trasferisce in Inghilterra. A Londra lavora per quattro anni, ma i ritmi frenetici della grande città cominciano a stargli stretti. Decide di ritornare alla campagna, trovando impiego in due allevamenti intensivi inglesi. Ad affiancarlo c’è Josephine, una ragazza italiana conosciuta durante la sua permanenza londinese che condivide con lui l’amore per la campagna e gli animali. «È lì che ci siamo resi conto che l’agricoltura e l’allevamento di tipo intensivo generano solo prodotti di scarsa qualità. Lager dove gli animali sono costretti a subire condizioni disumane e sofferenze atroci», racconta Josephine.
Dopo questa esperienza e di ritorno dal cammino di Santiago de Compostela, Mario e Josephine si trasferiscono in Sicilia. Si avvicinano alla permacultura, «un modello agricolo ecosostenibile», e puntano su un allevamento etico e un’agricoltura rigenerativa. «Il pascolo insensato – dice Mario – ha impoverito il suolo, ma se gli animali vengono fatti pascolare in piccoli appezzamenti di terreno per brevi periodi e spostati spesso, come facciamo noi, si lascia al pascolo il tempo necessario per la sua rigenerazione».
Grazie al sostegno delle rispettive famiglie e a fondi di bandi europei, i due giovani mettono su un allevamento ovino dedicando particolarmente attenzione alla salvaguardia della capra girgentana, una razza autoctona siciliana in via di estinzione. «La leggenda vuole che sia stata proprio la capra girgentana Amaltea ad aver allattato Zeus. Il suo latte ricco di proprietà nutritive è rinomato per l’assenza di odore e sapore ircino tipico di altre specie». La tutela e la ripopolazione della girgentana diventa il loro principale obiettivo. «Abbiamo iniziato con 21 capre e attualmente ne possediamo circa 200».
Da marzo dello scorso anno, hanno iniziato a trasformare il latte delle loro capre nel loro piccolo caseificio soprannominato La via lattea, «un omaggio al cammino di Santiago dove i pellegrini si orientano di notte seguendo le stelle della via lattea». Sono vari i prodotti a chilometro zero che l’azienda propone: latte fresco pastorizzato, yogurt di miele, fichidindia, arancia, fragola, cereali, cocco, bianco, formaggio spalmabile, yogurt greco, tomini di capra, ricotta e primosale di capra e pecora misto.
Un mestiere molto faticoso, che non concede tregua perché «gli animali vanno accuditi ogni giorno». Eppure entrambi non cambierebbero nulla. «Il lavoro è tanto ma il benessere che si raggiunge non ha eguali», confessano. L’azienda in continua crescita non smette di sperimentarsi. L’ultima novità dell’estate è il gelato allo yogurt di capra, «unico in Italia» ci tengono a precisare. «È un prodotto che proponiamo in giro per le fiere oppure in azienda quando accogliamo i visitatori». Per tutti coloro che volessero incontrare Mario e Josephine, i prossimi appuntamenti sono al Frazzanò Folk fest (in provincia di Messina) dal 27 al 30 luglio e alla Fiera d’estate Village a Pedara (nel Catanese) dal 6 al 20 agosto.
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