Peppino Impastato, Libero Grassi, Carlo Alberto Dalla Chiesa, don Pino Puglisi. Eroi del nostro tempo ma soprattutto figure positive e attive nel loro territorio. Il loro esempio può diventare un faro per le nuove generazioni. La storia delle loro vite diventa quindi ora una fiaba per i più piccoli, ora un racconto con un linguaggio volto a catturare l’attenzione dei più grandi. Quattro volumi scritti da Annamaria Piccione, siracusana di nascita e palermitana d’adozione.
«Sono tutte e quattro figure che amo molto per motivi personali – racconta la scrittrice – punti di riferimento per la mia vita oltre che per la mia professione. Alla mia età si parlava poco o niente di mafia. Ora capita che a volte le manifestazioni antimafia lasciano il tempo che trovano. Lo strumento migliore per entrare in contatto con il bambino è il libro, che reitera i concetti». Piccione ripercorre quindi il suo primo approccio con lo scrivere libri sulla legalità «e quindi contro la mafia e non sulla mafia, ho pensato di essere accattivante il più possibile, di scrivere storie che i bambini potessero ricordare».
Scrivere storie come quelle citate fin qui non è cosa facile. Si toccano corde delicate, che hanno a che fare con la vita di queste persone-personaggi, ma anche con la loro morte: «Credo che i bambini capiscano tutto con il linguaggio giusto – spiega – quindi per quel che riguarda i più piccoli mi sono avvalsa dello strumento della favola e quindi della fantasia, trasformando tre persone che hanno dato la vita per la nostra libertà. Sono diventati così dei personaggi, protagonisti delle fiabe. Ho creato tre favole ad hoc per bambini». Il dono del Re dei pesci, La scelta del sovrano giusto e Il gatto del prete povero, sono delle storie in cui il racconto non affronta il momento specifico della lotta alla mafia «ma un momento della loro vita in cui la loro personalità viene messa in evidenza. Quindi una personalità coraggiosa per Peppino Impastato, un’altra profondamente onesta per Carlo Alberto dalla Chiesa e una profondamente buona e accogliente per quanto riguarda padre Pino Puglisi». Un capitolo a parte riguarda invece il lavoro su Libero Grassi, Per sempre Libero, che è destinato ai ragazzi delle medie: «Qui cambio linguaggio oltre che strumento – aggiunge Piccione – Ho costruito una famiglia parallela a quella dell’imprenditore palermitano e attraverso la storia di questa famiglia ho raccontato la sua storia».
«Per molti anni quello della morte è stato un tabù nel mondo occidentale – sottolinea la scrittrice – che poi è una parte della vita, c’è un inizio e una fine. A volte sembra quasi però che non parlarne esorcizzi e non ci faccia morire. In realtà gli stessi bambini lo sanno. Hanno un’idea della morte, spesso affrontano la perdita di un familiare, come un nonno, uno zio o il padre». I bambini affrontano tantissimi problemi durante l’infanzia, dice l’autrice, che racconta una recente esperienza vissuta in prima persona: «Una bimba di nove anni mi ha fatto leggere una lettera che aveva scritto al suo ospite, a volte era invadente, a volte non lo sopportava. Una storia molto interessante anche se non ho capito fino alla fine che la bimba parlava con il suo diabete. Era malata ma riusciva ad affrontare i suoi problemi attraverso la fantasia, che è sorella della speranza». Attraverso la fantasia quindi secondo la scrittrice si può contribuire a risolvere e affrontare tante problematiche dell’infanzia che spesso non è quel periodo felice che vogliono farci credere. «L’infanzia è piena di mostri – conclude Piccione – Le favole non insegnano che esistono i draghi. Le favole insegnano come uccidere i draghi. Si può fare adesso anche un passo in avanti e spiegare come riuscire a farseli amici, i draghi. Nel momento in cui il bambino trova una chiave per la soluzione dei problemi è più ottimista di un adulto. I miei libri più che essere chiavi sono dei semi. Noi scrittori siamo contadini, coltiviamo e seminiamo, soprattutto nei terreni dove sembra che non possa crescere nulla. Tanto poi dopo qualcosa cresce sempre».
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