«Ho sostenuto e votato Bianco tante volte, la prossima volta non lo farò più». Con un post al vetriolo su Facebook il cantante Mario Venuti risponde all’assessore alla Cultura Orazio Licandro. Motivo del contendere, le considerazioni al termine del festival Ursino buskers. E, più in generale, la situazione della cultura nella città di Catania. «Che Venuti faccia il cantautore. Come abbiamo già spiegato, il Comune non poteva finanziare la manifestazione perché il bilancio non è stato ancora approvato, ma abbiamo contribuito con i servizi». Così il rappresentante della giunta di Enzo Bianco ha risposto sulle pagine di CTzen al primo affondo del membro dei Denovo. Il quale, precedentemente, aveva bollato la squadra del primo cittadino come «confusa oltre che squattrinata». «Visto che vengo chiamato in causa dall’assessore Licandro rispondo – scrive oggi Mario Venuti – l’amministrazione comunale per quel che ne so ha fatto di tutto per ostacolare la manifestazione Ursino Buskers, salvo poi prendersi il merito a manifestazione riuscita».
Ma le critiche dell’artista vanno più lontane, al festival La natura della mente di Franco Battiato, definito «molto interessante, ma anch’esso mal gestito e da elitario nelle premesse culturali lo è diventato ancor di più a causa della scarsa pubblicità». E, infine, Venuti affonda: «Era stato chiesto l’utilizzo del Cortile Platamone per il ritorno dei Denovo a maggio, ma lo spazio è stato negato. Credo che la mia band meritasse di più per il lustro che ha dato alla città». Come il cantante spiega a CTzen «non avrebbero fornito nemmeno il minimo indispensabile per renderlo utilizzabile». Tanto da costringere il gruppo a tornare sulle scene dal palco del Ma. A pesare sulla scelta, inoltre, una serie «di difficoltà di carattere burocratica», precisa Venuti. «Se non avete i soldi, perché reagite così davanti alla buona volontà degli artisti?», chiede.
Alla domanda il cantante non sa dare una risposta. «O è una mancanza di fiducia, oppure snobismo… Non saprei definirlo». E prosegue: «La difficoltà economica la comprendiamo – dice riferendosi anche al festival delle arti di strada – ma dovreste essere più malleabili per le buone intenzioni di chi vuole fare qualcosa». Sulla scelta di non votare più Bianco, infine, pesano proprio le scelte fatte dall’assessorato ai Saperi e alla bellezza condivisa: «Per quanto riguarda le attività culturali, non ne sono contento».
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