Cuffaro parla da Rebibbia «Dare baci, mio modo di fare politica»

«Baciare e ascoltare tutti. Era il mio modo di fare politica. Lo rifarei, nonostante tutto, forse solo con una maggiore accortezza nelle mie relazioni. Baciare e ascoltare tutti e’ stata la parte piu’ bella della mia vita politica, non ho alcun dubbio, e vorrei chiarirlo anche a chi pensa che se tornassi indietro non mi comporterei piu’ così». Lo dice l’ex presidente della Regione siciliana Toto’ Cuffaro detenuto nel carcere di Rebibbia in un’intervista per un libro di cui l’Agi ha avuto anticipazioni. «Molti -prosegue l’ex governatore- sono convinti che se tornassi indietro non farei piu la politica che ero abituato a fare, parlare con le persone, ascoltarle, a volte anche fino alle due del mattino. Era la parte piu bella -ricorda Cuffaro- ma mi costava sacrificio. Molti venivano a chiedermi qualcosa, ma la meta’ di questa gente aspettava ore solo per parlarmi delle famiglie, chiedermi un consiglio per il figlio all’universita’, stringermi la mano, prendere un caffe’ insieme a me per raccontarlo alla moglie. Questa gente aveva capito che cosa era l’elezione diretta del presidente, io ancora non l’avevo capito». Cuffaro si sofferma a raccontare come sia diventato ‘Toto’ Vasa-Vasa’, appellativo che lo ha accompagnato in senso negativo anche dopo la condanna per favoreggiamento aggravato a Cosa nostra, per la quale sta scontando in carcere a Rebibbia sette anni di reclusione. «Vasa Vasa e’ il nome della madonna della Cattedrale di Modica che il giorno di Pasqua si spoglia del manto nero dell’addolorata e inzia a baciare i santi Pietro e Paolo che le annunciano la resurrezione del Cristo. Fui chiamato cosi’ per la prima volta quando ero assessore da un modicano, poi questo nomignolo resto. Ho rispecchiato piu degli altri presidenti -sostiene Cuffaro- il carattere dei siciliani. Lo rifarei, anche se tornavo a casa alle due del mattino e il ricordo piu’ forte dei miei figli e della loro vita e’ di averli soprattutto guardati mentre dormivano”. Su Cuffaro grava oltre alla condanna per favoreggiamento aggravato a Cosa Nostra, che scontera’ fino a dicembre 2015, l’interdizione in perpetuo dai pubblici uffici: non potra’ piu’ tornare a candidarsi. “Comunque non l’avrei fatto -assicura- questo nuovo modo di fare politica in Tv non fa per me. La politica mi ha umanamente arricchito ora non sarebbe piu’ cosi’. Ancora oggi dopo sei anni e quattro mesi di carcere, ricevo ogni giorno non meno di trenta lettere. Ne ho piu’ di diecimila custodite, messaggi da tutta Italia, di solidarieta’ e speranza. Senza queste manifestazioni di affetto, la mia famiglia e la fede che ha tenuto insieme tutto, non ce l’avrei fatta, qui dentro avrei perso la ragione».

Redazione

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