L’ex governatore della Regione siciliana Totò Cuffaro ha chiesto la grazia al Presidente della Repubblica. In carcere da quattro anni, deve scontarne ancora tre per una condanna definitiva per favoreggiamento aggravato a Cosa nostra. La domanda di Cuffaro, secondo quanto riporta il Fatto quotidiano, è stata trasmessa dal Quirinale al procuratore generale Roberto Scarpinato perché esprima un parere.
Nell’orientamento della procura generale potrebbe però avere un peso il fatto che l’ex politico Udc, costituitosi a Rebibbia il 22 gennaio 2011 subito dopo il verdetto della Cassazione, non ha ancora chiuso i conti con la giustizia. È coinvolto in un’inchiesta della procura per truffa e corruzione. Al centro dell’indagine la decisione di stipulare un contratto con una società collegata alla banca giapponese Nomura per la cessione dei debiti della Regione, al tempo in cui ne era presidente, a tassi ritenuti fuori mercato. L’operazione avrebbe causato all’amministrazione regionale un danno di oltre 175 milioni di euro.
«La richiesta di grazia per Salvatore Cuffaro è stata presentata dalla madre dell’ex presidente della Regione un anno fa. La signora Cuffaro in un momento di sconforto, dopo la decisione del tribunale di sorveglianza di Roma di negare al figlio l’affidamento ai servizi sociali, ha deciso di rivolgersi al presidente della Repubblica”. Lo precisa l’avvocato Maria Brucale, legale dell’ex presidente della Regione. «Cuffaro – prosegue – non sapeva nulla dell’istanza che, a meno di un anno dalla fine della pena, non avrebbe alcun senso».
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