«Il Pd ha cambiato veste ed è oggi un partito maggioritario, che beneficia di apporti nuovi, magari insoliti, ma sempre costruttivi». C’è chi all’interno del Partito democratico gioca sulla difensiva e chi, come Davide Faraone, non si nasconde, anche se il tema è di quelli scottanti: l’apertura dei democratici agli ex uomini di Totò Cuffaro. «Il tesseramento al Pd non è un’iscrizione riservata in un club di iniziati – ha affermato il sottosegretario all’Istruzione e braccio operativo di Renzi in Sicilia -. Bisogna aprire le porte per intercettare tutte le energie positive».
Il caso del tesseramento al Pd di alcuni ex esponenti dell’Udc cuffariana arriva alla ribalta nazionale. Oggi Pierluigi Bersani si è fatto portavoce del malcontento della minoranza del partito: «Non siamo un partito di potere buono per tutti gli usi. Non siamo un porto in cui può sbarcare chiunque». Anche il presidente della Regione, Rosario Crocetta, da tempo in contrasto con Faraone, non ha mancato l’occasione per commentare: «Sono stato profetico, avevo previsto quello che sta accadendo». Nonostante nella sua maggioranza e nelle sue giunte non manchino ex fedelissimi di Cuffaro.
Faraone, senza fare riferimenti espliciti, ha voluto rispondere a tutti: «Possiamo essere i protagonisti del cambiamento, quelli che tagliano le tasse, che creano le occasioni di sviluppo, che puntano sul merito, che mettono al centro i giovani e le eccellenze della nostra terra. Quelli che, avendo come riferimenti Pio la Torre e Piersanti Mattarella, mettono al centro la legalità, quella vera, lontanissima dai professionisti dell’antimafia e da chi a sinistra e nelle istituzioni, con la mazzetta di giornali sotto il braccio e pronto a dettare la linea in nome di una presunta superiorità morale, ne ha tratto vantaggi e benefici. Possiamo essere quelli che fanno la differenza. Dobbiamo avere coraggio».
Spazio quindi alle «nuove forze, altamente qualificate che vogliono portare il loro contributo per un’isola e un Paese migliore. A Palermo – ha aggiunto Faraone – per esempio, un gruppo di dottorandi, assegnisti, ricercatori precari da tempo chiedevano di aderire al Pd. Lo hanno fatto, avviando un circolo: tra le migliori menti del territorio insieme per evidenziare storture e costruire soluzioni. Idee fresche, attuali e all’avanguardia». Il sottosegretario azzarda quindi un paragone a cavallo tra politica e calcio. «Io Cuffaro in vita mia non l’ho mai incontrato. Non attribuisco un valore morale a questo fatto. È una questione generazionale. Per me è come se fosse un ex giocatore di calcio, prendete Gianluca Vialli, che oggi commenta le partite in tv. Ecco io lo vedo così».
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