Ctmax, ecco l’emulo etneo di Dmax Gli autori: «Usi, costumi e demenzialità»

Lo conoscete per le sgommate di Stig, il pilota misterioso di Top gear, gioia di ogni tamarro e rivenditore di pneumatici. O magari vi siete soffermati per vedere gli effetti di una guida spericolata nella vita reale, con Distroyed in seconds, che racconta di incidenti incredibili. L’ultima frontiera degli appassionati di Dmax, il canale satellitare zeppo di machismo e lifestyle degli eccessi – sempre in chiave ironica -, arriva però dall’Etna. All’ombra del vulcano, senza prodezze da scavezzacollo e in chiave sicula, si è optato per l’emulazione: Michelangelo Caruso e Roberto Manuele Alacqua, pubblicitari di mestiere, sono i creatori di Rimax e di Ctmax, cloni del famosissimo canale tv. Dedicati, rispettivamente, a Randazzo e Catania. Per ora hanno iniziato l’avventura su Facebook, ma – al più presto – arriveranno i prodotti televisivi. Il palinsesto è già pronto: Stop gear, dedicato alla mobilità urbana, con particolare attenzione agli ammuttatori di autobus; Orrori da gustare, per chi apprezza il sangeli; River monsters, la cui programmazione ripartirà a novembre, con l’arrivo delle piogge. A Randazzo invece Stradoni sporchi, Nega costruzioni e Dinamo energie impossibili fanno già più tendenza delle escursioni culinarie di Chef Rubio. A svelarci cosa sta dietro a questo ambizioso progetto è uno dei creatori, Michelangelo.

Come mai questa scelta di parodiare un canale che, già di per se, sembra prendersi poco sul serio?
La scelta in se, di parodiare Dmax, nasce dall’interesse di entrambi per tutto ciò che è demenziale, umoristico e satirico (vedi Monthy Python, Douglas Adams e Terry Gilliam). Inoltre lavorando nel settore della comunicazione e del marketing ci interessava applicare praticamente una sintesi efficace di umorismo e comunicazione visiva accattivante. Dmax è uno dei pochi canali che seguiamo, perché nonostante l’apparenza leggera, in realtà dietro c’è un’immagine ed una comunicazione molto curata. Il target a cui si rivolge, è molto preciso, così come gli intenti: quello di mostrare un’immagine da macho, in cui identificarsi, anche ironicamente. Confrontandoci, eravamo concordi sulle impressioni riguardo il canale, e ci è venuta -un po’ per gioco, un po’ per esperimento – di provare a stravolgere l’immagine di Dmax, cercando di immaginare ipotetiche trasmissioni che avevano come soggetto, proprio la realtà e il territorio dove viviamo, Catania.

C’è dietro una scelta creativa particolare, magari un esperimento di marketing non convenzionale, una denuncia sociale. O è solo spirito goliardico?
Il primo passo è stato il racconto della realtà da cui vengo, Randazzo, e ho creato la pagina Rimax , che condivido con altre menti creative – anzi, colgo l’occasione per citare e ringraziare Roberta, Vincenzo ed Alessandro. Poi, discutendo con Roberto, amico e collega, abbiamo deciso che sulla scala catanese avremmo potuto raccontare ironicamente molte più cose e ad un pubblico più ampio: usi e costumi, magagne, fatti di cronaca, attraverso un occhio anche satirico, storpiando i programmi che, per chi segue il canale tv, sono di certo di immediata riconoscibilità. Quindi, un po’ di entrambe, esperimento comunicativo e goliardico.

La trasmissione preferita su DMax? Stando alle condivisioni sui social la puntata sullo street food catanese (Unti e bisunti) sembra essere stata molto apprezzata.
Michelangelo: Top Gear, ma quello inglese, (gli altri, sono solo brutte copie) perché è divertente l’intento di raccontare un mondo che si prende sempre molto sul serio, quello dei motori – di cui sono appassionato – in chiave ironica.

Roberto: Dynamo, personaggio stupefacente in grado di creare illusioni perfette e Derren Brown – mentalista inglese -, lo idolatro in quanto io stesso appassionato di tecniche di comunicazione efficace e persuasione.

Oltre alla pagina, cè in progetto di fare, davvero, una serie di video in stile Ctmax?
L’intento c’è e stiamo riflettendo sulla realizzazione con i ragazzi di Rimax, intanto vorremmo prima di tutto regolarizzare il palinsesto della pagina e successivamente pensare di traslare il tutto in veri e propri spot video, che possano avere la stessa essenza ironica della nostra programmazione fittizia.

Leandro Perrotta

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