Il governatore della Regione Siciliana, Rosario Crocetta, ha dichiarato ieri che «dalle attività estrattive (di idrocarburi, ndr) a regime la Regione incasserà tra 350 e 500 milioni di euro fra royalties e tasse versate direttamente nelle nostre casse dalle imprese, grazie al protocollo firmato a giugno con Assomineraria». Ma secondo Greenpeace i numeri di Crocetta, riferiti al piano di maggiore sfruttamento di gas e petrolio in Sicilia, sono «fantasiosi ben oltre i limiti dell’irrealtà». Nel 2012 – l’anno in cui le royalties sugli idrocarburi in Sicilia hanno fruttato di più – la Regione Siciliana ha incassato poco più di 10 milioni di euro, mentre i Comuni poco più di 19 milioni. «In altre parole, – osserva Greenpeace – per arrivare al gettito previsto da Crocetta le estrazioni andrebbero potenziate, nei prossimi anni, tra le 10 e le 17 volte». «Crocetta ha firmato un patto di sangue con i petrolieri: un patto talmente scellerato che vincola la Regione Siciliana a non toccare le royalties, pena il venir meno dell’impegno delle compagnie sul fronte occupazionale», dichiara Alessandro Giannì, direttore delle Campagne di Greenpeace Italia. «Tuttavia a Crocetta resta l’onere di spiegare, se la fantasia lo supporta, come la Regione che governa potrebbe mai avvantaggiarsi di un gettito di 350-500 milioni l’anno, da chi estrae petrolio e gas, quando il gettito complessivo nazionale, ripartito tra Stato e Regioni, è stato nel 2013 poco meno di 340 milioni».
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