«Ho sentito Linda Vancheri che sta lavorando all’Expo di Milano e non si dimette affatto». Il presidente della Regione siciliana, Rosario Crocetta, stoppa le voci della nuova fuga. La quarta dal suo Governo in una settimana. Affida a Twitter la smentita delle indiscrezioni che per tutto il giorno avevano avvalorato la tesi di un effetto domino sulla sua giunta, travolta dalle dimissioni di Ettore Leotta e di Nino Caleca. Mentre restano in sospeso quelle della titolare dell’assessorato alla Salute, Lucia Borsellino, per la quale il passo indietro dovrebbe essere imminente. Linda Vancheri, vicina a Confindustria resta al suo posto. Parola del governatore.
Un effetto valanga che i “nemici” del governatore cavalcano. Per ribadire che ormai è venuto il momento di porre la parola “fine” a un governo agonizzante. Critiche che al sindaco dei siciliani arrivano non solo dalle fila dell’opposizione, ma soprattutto dal suo stesso partito, il Pd. Fuoco amico. Oggi Baldo Gucciardi ha chiamato a raccolta il gruppo all’Ars. «Una riunione già programmata» ha spiegato ai giornalisti, provando a gettare acqua sul fuoco. Nulla di eccezionale, ha assicurato, perché «io convoco una riunione a settimana». Sul tappeto ci sono i prossimi appuntamenti in Aula. Certo c’è «una situazione di crisi, una fase di dubbio e di incertezza politica, rispetto alla quale il gruppo deve confrontarsi. Il ragionamento è fisiologico, poi bisognerà affidare all’organo politico per eccellenza, la direzione regionale, le scelte». L’assise del partito è convocata per sabato.
Ma il vertice fiume non sembra aver accorciato le distanze. Almeno quelle con Fabrizio Ferrandelli, che ha lanciato la sfiducia a Crocetta con la campagna social #iolastacco la spina e #icoraggiosi. «Non è la posizione del partito» ha tagliato corto il capogruppo dem, precisando subito dopo che «serve responsabilità, da parte di tutti. Bisogna pensare innanzitutto ai problemi dei siciliani». Un appello che sembra cadere nel vuoto. A Facebook Ferrandelli consegna un post al vetriolo. «Il suicidio vero del Pd non è staccare la spina ora ma avventurarsi nell’ennesimo rimpasto. Chi parla di rimpasto e di Crocetta quater è da Tso. Trentacinque assessori in 31 mesi possono bastare. Ribadisco: stacchiamo la spina». Lui, comunque, di passi indietro non ne vuol sapere. «Vado avanti. Presenterò la mozione in direzione e chiederò di votarla». «Alla fine il Pd uscirà unito anche su questo» conclude Gucciardi al termine della riunione fiume del gruppo parlamentare. La prossima puntata dentro il Pd è per sabato.
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