Una nuova vecchia giunta. La straordinaria normalità del mondo che rimane com’è. Il pressing che non produce risultato, l’assedio sotto la porta e la partita che finisce alla fine zero a zero. Se fosse stata un’improbabile partita di calcio, la storia del rimpasto che porta al nuovo esecutivo, sarebbe stata questa. Magari anche dopo una lunga supremazia territoriale di gioco.
L’unica cosa che cambia nel tira e molla dei tecnici che rimangono al loro posto nel Crocetta quater è la benedizione sofferta e tirata per i denti che Crocetta dà ad Alessandro Baccei, una coabitazione di delega romana e responsabilità assunta dallo stesso presidente della regione. Un passaggio sostanziale e non di sfumature, un modo per definire l’orbita di un’autonomia circostanziata e di passaggi da condividere con l’inquilino di Palazzo d’Orleans che, a differenza della prima volta, non è solo concordato, ma condiviso. Un perimetro più stretto dal quale fare passare insomma le riforme strutturali ed i tagli imposti da Roma alla Sicilia, oltre alle risorse che dovranno arrivare per chiudere i conti.
L’annunciazione della novella è stata data da Rosario Crocetta. Rimangono al loro posto, Alessandro Baccei all’Economia, Vania Contrafatto all’Energia, Baldo Gucciardi alla Salute, Cleo Li Calzi al Turismo, Maurizio Croce al Territorio. Si sposta dalla Formazione professionale alle Attività produttive Mariella Lo Bello. Entrano in giunta: Gianluca Miccichè, assessore per la Famiglia, politiche sociali e lavoro; Carlo Vermiglio, ai Beni culturali e l’identità siciliana; Bruno Marziano, all’Istruzione e la formazione professionale e Antonio Fiumefreddo, alle Autonomie locali e funzione pubblica. Giovanni Pistorio va alle Infrastrutture. Il colpo grosso lo piazza Antonello Cracolici, nuovo assessore all’Agricoltura.
Facce nuove e volti conosciuti al lavoro mentre franano i territori, le strade e i Comuni rimangono senza acqua. Non c’è bisogno di ricorrere a parole forti ed immagini d’impatto per descrivere il disagio e raccontare la sofferenza che sfocia a volte nella disperazione di chi non trova lavoro o perde il suo. Questo crediamo sia chiaro a chi è rimasto e a chi si va a sedere su una poltrona meno comoda del passato.
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