Crocetta a giudizio per presunte mazzette dai Morace Gup di Palermo invia carte a Trapani per altri imputati

Rosario Crocetta sarà processato con l’accusa di corruzione. L’ex presidente della Regione è stato rinviato a giudizio dal tribunale di Palermo nell’ambito dell’inchiesta Mare Monstrum, sul giro di mazzette che gli imprenditori trapanesi Vittorio ed Ettore Morace avrebbe fatto arrivare a politici e funzionari per ingraziarsi i loro favori e ottenere bandi su misura per le gare riguardanti i collegamenti marittimi verso le isole minori della Sicilia.

Crocetta è l’unico degli imputati su cui si è pronunciato la giudice per l’udienza preliminare di Palermo Claudia Rosini. Per tutti gli altri indagati, la gup si è dichiarata incompetente a livello territoriale, poiché il reato sarebbe stato commesso a Trapani, dove saranno inviate le carte del procedimento. Crocetta, che è difeso dall’avvocato Vincenzo Lo Re, è accusato di avere percepito diecimila euro. Somma che sarebbe servita a garantire il mantenimento del servizio verso l’arcipelago delle Eolie anche nei mesi invernali.

Una ricostruzione, quella della procura, che dal primo momento è stata smentita da Crocetta. L’ex governatore si è difeso sostenendo l’assurdità di ricevere tangenti tramite bonifico, motivando quelle dazioni come contributi alla campagna elettorale in vista delle Regionali 2017. In sostanza, secondo la difesa di Crocetta, i diecimila euro dei Morace erano da intendersi come uno dei tanti contributi che in quei mesi cittadini comuni avevano deciso di dare al governatore in vista della corsa per la rielezione alla Regione. Tornata elettorale che poi non vide protagonista Crocetta.

Mentre per Crocetta il processo scatterà a marzo, bisognerà attendere per capire se alla sbarra dovranno presentarsi anche gli altri indagati. A essere coinvolti nell’inchiesta sono stati l’armatore Ettore Morace, l’ex deputato Mimmo Fazio, la deputata Marianna Caronia, l’ex sottosegretaria Simona Vicari e poi ancora l’ex dirigente regionale Salvatrice Severino e Giuseppe Montalto, all’epoca delle indagini collaboratore dell’allora assessore ai Trasporti Giovanni Pistorio. Coinvolti anche Massimo Finocchiaro, Lucio Cipolla, Elisabetta Miceli e Giacomo Monteleone. Per Vittorio Morace, infine, il processo potrebbe non essere celebrato date le condizioni di salute del patron di Liberty Lines

Simone Olivelli

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