Crisi rifiuti, l’appello del sindaco di Collesano ai colleghi «Creiamo impianti di compostaggio nei beni confiscati»

«In piena epoca Crocetta, quando la Regione ha speso pochissimo per nuovi impianti sui rifiuti, io da sindaco ho preso un bene confiscato alla mafia e ho fatto un bando pubblico per coinvolgere dei privati che creassero in quel bene un centro di compostaggio. E ci sono riuscito». Corre con la memoria al 2014 Giovanni Battista Meli. Quando, da sindaco della piccola Collesano (sulle Madonie), riuscì a creare un impianto che raccogliesse la frazione organica dei rifiuti in contrada Garbinara. L’ex opificio, attivo da cinque anni e mezzo dopo l’affidamento della prefettura al Comune nel 2010, torna alle attenzioni dopo il recente avviso della Regione Siciliana che ha bocciato 92 progetti su 97 per nuovi impianti di compostaggio da realizzare sull’Isola, attraverso l’utilizzo di fondi europei.

Una vera e propria scure, quella operata dagli uffici tecnici del Dipartimento Rifiuti, che ha scatenato parecchi malumori tra i sindaci del Palermitano, alle prese da mesi con una perenne crisi sul conferimento dei rifiuti e in special modo dell’umido. A presentare la domanda di finanziamento, senza successo, erano stati i Comuni di Polizzi Generosa, Prizzi, Alimena, Contessa Entellina, Geraci Siculo, Montemaggiore Belsito, Roccamena, Valledolmo, Isnello, Corleone, Lascari, Marineo, Campofelice di Roccella, Cefalù, Sclafani Bagni, Montelepre, Ustica. Dopo la chiusura dell’impianto Ecox di Termini Imerese, infatti, molti Comuni sono stati costretti a rivolgersi – data la penuria di impianti pubblici – ai privati di altre province. O a propugnare altre soluzioni come le compostiere in casa. Ecco perché il sindaco Meli invita i colleghi a prendere in mano la situazione. Partendo comunque dalla recente bocciatura nell’avviso pubblico «per la concessione di agevolazioni in favore di Comuni, anche nelle forme associative regolarmente costituite (Ambiti di Raccolta Ottimali), per il sostegno alle attività di compostaggio di prossimità dei rifiuti organici». Tra firme digitali scadute, dichiarazioni inespresse ed elaborati non firmati digitalmente.

«In una Regione in emergenza come la Sicilia – afferma il primo cittadino di Collesano – dove i Comuni hanno difficoltà a conferire dopo aver fatto spesso una buona raccolta differenziata, nel momento in cui viene fatto un avviso che riguarda nuovi impianti di compostaggio sarebbe logico avere una tolleranza più ampia. Ma sempre con un metodo preciso: se per esempio si è di fronte a un buon progetto che magari ha qualche mancanza formale si contattano i tecnici che hanno presentato la domanda per chiarire ciò che manca e come rimediare. Troppo facile fare la parte dei burocrati seguendo in maniera rigorosa le norme. La necessità di impianti di compostaggio è diffusa, quindi si deve trovare una soluzione».

Sembra comunque che il Dipartimento Rifiuti stia vagliando altre soluzioni per non chiudere del tutto le porte in faccia ai Comuni. Anche perché di solito bandi del genere prevedono un soccorso istruttorio da parte della commissione di gara, che questa volta invece era escluso. In ogni caso l’avviso pubblico aveva già previsto due proroghe e, ciò nonostante, molti progetti sono stati inviati oltre la data di scadenza. Segno che forse qualche criticità nella stesura del bando c’era. D’altra parte l’assessore ai Rifiuti Alberto Pierobon è stato sommerso dalle proteste da parte dei sindaci e dei tecnici comunali. Ecco perché entro il mese di gennaio dovrebbe essere ripubblicato il bando in questione, e insieme a questo verrà attivato un servizio di FAQ (Frequently Asked Questions, ndr) per chiarire le criticità emerse e dare in modo ai Comuni di ricevere i finanziamenti. 

Ma il problema rimane. «Paradossalmente il centro di compostaggio di Collesano è uno dei pochi in funzione attualmente, proprio perché ha bypassato determinate dinamiche – continua Meli – Considerato il fatto che nelle Madonie ci sono centinaia di beni confiscati non utilizzati e affidati alle amministrazioni pubbliche. Perché dunque noi, come Comuni, non pensiamo di identificare dei luoghi, che siano ovviamente compatibili dal punto di vista ambientale, per creare degli impianti affidati ai privati? Se aspettiamo la Regione stiamo freschi». 

C’è da aggiungere che l’impianto di Collesano funziona a dovere, come testimoniano anche le numerose chiamate dei colleghi che lo stesso Meli racconta di ricevere. «Oltre Collesano, il centro di compostaggio riceve i rifiuti della mia Aro che comprende Isnello e Gratteri e che conferiscono gratuitamente – commenta il sindaco – Saranno più di 30, in totale, i Comuni che portano l’organico da noi. Ogni giorno ricevo decine di telefonate dai miei colleghi che non sanno dove conferire l’umido e mi chiedono se c’è capienza. Ma l’impianto ha raggiunto la capienza massima. Di certo sarebbe auspicabile avere impianti pubblici, ma resta un percorso difficile».

Andrea Turco

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