Tanto è profonda la crisi di Amt che circa 6,6 milioni di euro, liquidati dal Comune, «sono una goccia in un oceano di debiti». Lo spiega a MeridioNews il presidente della Fast Confsat Giovanni Lo Schiavo. Il contributo «non incide minimamente nel migliorare la situazione», aggiunge il presidente della partecipata Comunale Carlo Lungaro. È dalla Regione che la ditta partecipata, che si occupa del trasporto urbano, attende i contributi necessari a evitare il ridimensionamento del personale già paventato dall’assessore al Bilancio Giuseppe Girlando.
Sono due i pagamenti liquidati dal Comune a beneficio della Amt. Riguardano l’integrazione delle tariffe e le somme riconosciute per il servizio pubblico svolto: arretrate del 2015. «Sono degli introiti dovuti, che non cambiano la grave situazione debitoria», dice a MeridioNews Girlando. L’azienda soffre perdite «per almeno 50 milioni di euro – chiarisce il sindacalista Lo Schiavo – È in una situazione di pre-fallimento». A causarla sarebbe stato «il taglio dei contributi della Regione – riprende Girlando – Un errore al quale non è stato ancora posto rimedio, nonostante i procedimenti legali in corso».
Si tratta di circa 6 milioni di euro in meno all’anno, che fanno parte di «30 milioni, complessivi, dovuti dalla Regione», aggiunge l’assessore. Ammanchi che hanno portato Amt in grosse difficoltà. Lo testimoniano «gli scioperi dei lavoratori, che percepiscono la metà dello stipendio dovuto – lamenta il sindacalista – E pure la riduzione da circa 130 a circa 50 delle vetture in circolazione giornalmente». Una situazione che solo l’intervento della Regione può sbloccare, migliorandola. «È da Palermo che aspettiamo i soldi», conferma a MeridioNews il presidente Amt Lungaro.
I fondi liquidati dal Comune «non sono bruscolini, ma non basterebbero a saldare né gli arretrati coi lavoratori né l’esposizione con gli altre creditori», aggiunge Lo Schiavo. I sindacati tra l’altro sono allarmati dopo le intenzioni manifestate da Girlando di ridurre il personale Amt qualora la Regione non versasse le somme richieste dalla partecipata. «Il bilancio va riequilibrato, e senza quei soldi non si può fare altro che proporre ai lavoratori la cassa integrazione. Senza però peggiorare il servizio», ribadisce l’assessore. «Ci opporremo», conclude il sindacalista.
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