Credito, ieri a Palermo grande sciopero contro l’arroganza di Unicredit

LA FABI SICILIANA DI CARMELO RAFFA NON MOLLA E ANNUNCIA BATTAGLIA CONTRO I BANCHIERI E CONTRO IL GOVERNO LETTA-ALFANO CHE STA REGALANDO 17 MILIARDI DI EURO ALLE BANCHE

Ieri pomeriggio sit-in dei quadri sindacali dei lavoratori di Unicredit sotto i portici di via Ruggero Settimo, a Palermo, davanti la sede di Unicredit.

La manifestazione sindacale è stata organizzata in coincidenza della cerimonia di inaugurazione dell’Agenzia 26, a seguito della ristrutturazione e della modernizzazione di tutti i sistemi operativi, compreso il prolungamento dell’orario di apertura pomeridiano sino alle ore 19,00, a partire dal prossimo 2 dicembre.

La cerimonia di inaugurazione è stata tenuta da Federico Ghizzoni, amministratore delegato della banca e le delegazioni sindacali hanno approfittato della sua presenza per protestare nei confronti dell’Unicredit, che ha promosso un pesante attacco ai diritti dei lavoratori, disdettando con largo anticipo il contratto di lavoro.

Il motivo strategico della disdetta anticipata si colloca nella filosofia Marchionne di attacco ai diritti dei lavoratori, ma questa volta il giochetto non ha avuto successo, perché le organizzazioni sindacali hanno risposto unitariamente alla provocazione di Unicredit, contrariamente a quanto è avvenuto alla Fiat di Pomigliano.

Qual è la ragione di fondo della disdetta anticipata del contratto di lavoro?

Questa domanda trova la risposta nell’attuale contratto che prevedeva una condizione favorevole ai lavoratori in sede di trattativa per il suo rinnovo: la proroga automatica per il triennio successivo ove non venisse disdettato sei mesi prima della scadenza.

Da qui la decisione di anticipare il periodo di moratoria di sei mesi per indebolire la posizione sindacale nel corso del negoziato per il rinnovo contrattuale alla normale scadenza. Ecco dove si configura la filosofia Marchionne, nell’indebolire la posizione negoziale dei lavoratori privandoli dei diritti conquistati in precedenza.

A questo atto i lavoratori e con loro tutti i sindacati hanno risposto con una piattaforma di lotta che prevede 15 ore di sciopero entro febbraio.

Da rilevare che la mossa di Unicredit ha fatto recuperare alle organizzazioni sindacali un piattaforma unitaria ben dopo 13 anni di divisioni interne.

A guidare la protesta dei sindacati un bellicoso Carmelo Raffa, coordinatore Fabi, Federazione autonoma bancari italiani, che, megafono in mano, lanciava incitamenti ai lavoratori convenuti.

Da notare in seno alla manifestazione la posizione assunta dalle donne. La combattiva sindacalista Pina Pulizzi ci chiarisce la ferma intenzione di lottare fino in fondo, affinché Unicrediti revochi la propria disdetta quale precondizione per avviare la trattativa per il rinnovo del contratto. Questo, inoltre, va migliorato e vanno poste tra le priorità le questioni che riguardano il lavoro femminile.

In particolare, la valorizzazione delle Commissioni per le Pari opportunità, gli inquadramenti e il part-time.

Pina Pulizzi si sofferma sui privilegi che l’attuale Governo Letta-Alfano sta assicurando alle banche elargendo loro 17 miliardi di euro senza alcun vincolo relativo alla destinazione d’uso di queste somme.

 

Riccardo Gueci

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