QUESTO OFFRE OGGI LA POLITICA SICILIANA: LE CHIACCHIERE SUI PRECARI…
Piano piano, senza fretta, la politica siciliana comincia a prendere contezza della bomba sociale rappresentata dal precariato siciliano. Del resto, sono stati proprio i politici a creare questo mostro fatto da 80 mila lavoratori della pubblica amministrazione infilati, in un modo o nellaltro, negli uffici pubblici senza concorso, in barba alla Costituzione italiana.
Ora il problema comincia a porsi. Da qui, ieri, uno scambio di opinioni a distanza tra il parlamentare del Pd, Antonello Cracolici, diventato leader di una corrente del suo Partito, e il segretario regionale dellUdc siciliana, Giovanni Pistorio.
Dialogo a distanza, il primo – Cracolici – ha affrontato il tema in unintervista a LiveSicilia. Criticando la riforma della pubblica amministrazione del ministro della Pubblica amministrazione, Gianpiero DAlia, che, nel rispetto della Costituzione italiana, prevede concorsi per lassunzione nella pubblica amministrazione e non stabilizzazioni.
Insomma, la fine della trippa per i gatti della politica siciliana crea non poche preoccupazioni. Anche perché, nella prossima primavera, si voterà per le elezioni europee. E la politica siciliana vorrebbe avere tra le mani altre opportunità per stabilizzare altro precariato in cambio di voti (chissà perché la magistratura penale non ha mai preso in considerazione questa particolare forma di voto di scambio: misteri della Giustizia italiana).
Peccato che i soldi, a Roma e in Sicilia, siano finiti. Non cè più, come già detto trippa per i gatti della politica siciliana. Lha ammesso, in un momento di resipiscenza il ministro DAlia, quando ha detto che la gestione del precariato in Sicilia è stata criminale.
Dopo aver detto la verità, DAlia si è un po pentito, forse perché strattonato dai suoi compagni di Partito della Sicilia che, al pari di altri politici, silludono di costruire nuovo consenso elettorale con i precari.
Cracolici, ieri, ha detto che la riforma del ministro DAlia non fa molto per il precariato. E che dovrebbe fare se soldi non ce n’è?
Da parte sua, il segretario regionale dellUdc dellisola, Pistorio, ha risposto con il seguente comunicato: “Comprendo le preoccupazioni dellonorevole Antonello Cracolici in tema di precari. In passato, spesso da solo, mi sono trovato a difendere a livello nazionale e regionale questa categoria di lavoratori tanto vilipesa. Tuttavia Cracolici stia tranquillo: gli ricordo, infatti, che mercoledì partirà il tavolo tecnico voluto dal ministro della Pubblica amministrazione Gianpiero DAlia e dal Presidente della Regione siciliana, Rosario Crocetta, con l’obiettivo di approfondire gli effetti delle norme nazionali per la Regione e studiare la possibilità di intervenire, in sede di conversione del decreto, tenendo conto della dimensione specifica del precariato siciliano e dei suoi profili giuridici”.
“Credo inoltre – aggiunge Pistorio – che alla politica non competa la delusione, ma la proposta. E con questo spirito l’Udc darà sicuramente il suo contributo per trovare una soluzione. Mi auguro che anche il Partito democratico faccia la sua parte, non solo in Sicilia, ma facendo valere la sua forza nel governo centrale e nel parlamento nazionale”.
Ovviamente, né Cracolici, né Pistorio, la raccontato tutta. La verità è che, come non ci stancheremo mai di ripetere, soldi non ce nè più, né a Roma, né in Sicilia.
Lunico modo per scongiurare il licenziamento in tronco non dei 23 mila precari degli enti locali, ma degli 75-80 mila precari di tutta la Sicilia (ed è una stima al ribasso, perché nessuno sa cosa hanno combinato i Sindaci con gli enormi e irrazionali poteri loro conferiti di stipulare convenzioni con soggetti privati; associazioni, fondazioni, cooperative) è quello di impedire al Governo nazionale di scippare, dal Bilancio regionale del 2014, un altro miliardo di euro per il Fiscal Compact.
Il resto, tutto il resto, sono chiacchiere (la dizione esatta sarebbe unaltra ).
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