Un’immediatezza che, calendario alla mano, nella migliore delle ipotesi sarà pari a un annetto. Quando mancano due settimane all’anniversario del primo caso di Covid in Sicilia, la macchina regionale stenta ancora a mostrare la reattività che ci si aspetterebbe, specialmente se si tratta di burocrazia e non della mutevolezza del quadro epidemiologico dettata dal virus. È il caso per esempio dei ritardi accumulati dall’assessorato all’Istruzione per l’erogazione dei contributi straordinari rivolti agli universitari fuorisede che studiano negli atenei dell’isola. A prevederli è una norma inserita nella finanziaria dello scorso anno che quantifica in cinquecento euro il sostegno per chi è «conduttore o co-conduttore di unità immobiliari a uso residenziale o in alloggio in residenze universitarie e fiscalmente a carico dei nuclei familiari di provenienza».
La misura era stata annunciata già ad aprile, durante il lockdown e nel pieno della polemica sui rientri di chi – anche per motivi di studio – aveva deciso di tornare a casa dai propri cari, pur correndo il rischio di portare in giro il virus. Anche per frenare quella che in un primo tempo fu prospettata come un’ondata e che poi si è rivelata un fenomeno di dimensioni più contenute, il governo Musumeci approvò l’erogazione dei contributi straordinari: ottocento euro per chi studiava in altre regioni o all’estero e cinquecento per chi sarebbe rimasto nelle città siciliane che ospitano le università.
Se nel primo caso le somme sono state già erogate, a distanza di quasi un anno non c’è traccia dei contributi per chi studia nell’isola. «Nel corso dei mesi ho scritto diverse mail e chiamato gli Ersu ma mi hanno sempre detto di non avere ancora disposizioni per predisporre i bandi – racconta a MeridioNews il padre di una studente di Medicina che studia a Catania -. Che senso ha parlare di tempestività e di volontà di aiutare chi è meno abbiente se poi si accumulano questi ritardi?». Il riferimento va agli annunci che la scorsa primavera furono fatti dall’assessore Roberto Lagalla e dal presidente Nello Musumeci. «Crediamo doveroso – dichiarò il presidente della Regione a inizio aprile 2020 – erogare un concreto e immediato beneficio economico a tanti studenti che in queste settimane sono comunque obbligati a sostenere i costi relativi ad affitti per alloggi che non possono utilizzare».
Tuttavia, stando a quanto appreso da MeridioNews da fonti vicine all’assessorato, lo stallo potrebbe risolversi nelle prossime settimane. Negli uffici di viale Regione Siciliana assicurano che il bando per i fuorisede è già pronto e attende soltanto di essere pubblicato. Prima, però, sarà necessario iscrivere le somme – legate al Fondo sociale europeo (Fse) – da usare all’interno della nuova finanziaria che, stando ai propositi dell’assessore all’Economia Gaetano Armao, dovrebbe essere esitata dall’Ars entro la fine del mese. Rispettando così i termini previsti nell’approvazione dell’esercizio provvisorio votato a fine dicembre.
Da quel momento la palla dovrebbe passare agli Ersu di Palermo e Catania, che saranno chiamati a vagliare le richieste di sussidio. Un compito che, paragonato a quanto fatto nei mesi scorsi per l’altro bando, dovrebbe essere più agile considerato il numero contenuto di atenei e istituzioni formative presenti nell’isola. «Nel giro di un paio di mesi, potrebbero essere erogati i contributi», è la previsione che arriva da uno degli enti universitari. A sperare che sia così sono migliaia di genitori e studenti siciliani.
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