Richiamo ufficiale con tanto di delibera di giunta a corredo. Il rapporto tra Nello Musumeci e la burocrazia regionale non è mai stato serenissimo ed era improbabile che le cose cambiassero in tempi di crisi sanitaria ed economica, con gli oppositori pronti a puntare il dito e le proteste che, anche se ancora sparute, iniziano a comparire nelle piazze siciliane. L’ultimo atto passa da un documento approvato dal governo il 26 ottobre e pubblicato nelle scorse ore. Quattro pagine in cui il presidente della Regione «evidenzia la necessità che l’azione dei dirigenti generali dei dipartimenti regionali sia improntata alla massima efficienza e celerità che il momento straordinario impone».
Tra i principali destinatari ci sono i centri di responsabilità di spesa, ovvero quegli uffici in cui vengono gestite le risorse messe a disposizione dalla Comunità europea e dallo Stato, ma anche dalla stessa Regione. Il tema è sempre lo stesso: la difficoltà di garantire l’uso delle somme in tempi compatibili con le esigenze di chi vive e lavora fuori dal palazzo. «I dirigenti generali debbono ottimizzare l’uso delle risorse umane al fine di evitare il pericolo di disimpegno, procedendo, senza indugi, per la totale e puntuale spesa programmata, attraverso modalità d’intervento atte a rimuovere e recuperare gli eventuali ritardi generatisi», incalza Musumeci. Il presidente della Regione in più di un passaggio ricorda come quello attuale sia un «gravissimo momento» ed è necessario «assicurare la necessaria liquidità alle famiglie e alle imprese».
La delibera arriva pochi giorni dopo le parole pronunciate dal governatore nel corso di un intervento organizzato da Il Sole 24 Ore. «Il 70 per cento dei dipendenti regionali è inutile», ha detto Musumeci, scatenando le polemiche. Dall’opposizione, infatti, non è mancato chi ha ricordato che il governo sta lavorando a un progetto che prevede la promozione di numerosi dirigenti. «Dovrebbe spiegare allora perché l’assessorato alla Funzione pubblica ha in mente una riforma per il passaggio in massa dalla terza alla seconda fascia di molti dirigenti, e alcuni addirittura in prima», ha attaccato il cinquestelle Giovanni Di Caro.
In ordine di tempo, l’ultima vicenda che ha tirato in ballo la gestione dei fondi pubblici è quella che ha portato al flop del click day legato al Bonus Sicilia. Iniziativa creata proprio per dare un sostegno economico alle imprese danneggiate dalla chiusura generale di marzo, che sarebbe dovuta passare da una procedura a sportello sulla piattaforma SiciliaPei ma che, per responsabilità imputate ai privati che hanno ricevuto l’incarico, si è rivelata un fallimento. Al punto che il governo, per evitare nuove brutte figure, ha deciso di distribuire le risorse tra tutti i richiedenti con importi, però, decisamente inferiori al previsto.
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