Cento milioni di euro dalla Regione Siciliana per consentire alle famiglie disagiate di accedere all’assistenza alimentare. Lo ha deciso il governo Musumeci, riunitosi in mattinata a Palazzo Orleans, in seduta straordinaria e urgente. Presenti seppur a distanza di sicurezza, oltre al governatore, gli assessori al Territorio, Toto Cordaro, all’Economia, Gaetano Armao, alla Salute, Ruggero Razza, e all’Istruzione, Roberto Lagalla. Si tratta di una misura importante, che sarà reperita attraverso fondi extraregionali: nello specifico, 70 milioni di euro saranno recuperati dal Programma complementare e 30 milioni dal Fondo Sociale europeo.
Dalle stime che filtrano al momento dalle parti del governo, sarebbero tra i 12 e i 14 milioni di euro quelli che arriveranno, in due o tre tranche, alla sola città di Palermo, sei o sette alla città di Catania, mentre per Messina la cifra dovrebbe aggirarsi tra i tre e i quattro milioni. Per i centri al di sotto dei diecimila abitanti, le somme dovrebbero essere erogate direttamente ai Comuni, che attiveranno le procedure per contattare direttamente le famiglie interessate. Diverso, invece, l’approccio nelle grandi città: in quel caso le somme serviranno a finanziare il banco alimentare al quale le famiglie si rivolgeranno.
I tempi previsti, in ogni caso, sono piuttosto stretti: il governo stima che in una settimana, dieci giorni al massimo, la prima tranche sarà già nella disponibilità dei Comuni. Secondo il presidente della Regione, Nello Musumeci, «si tratta di una prima necessaria risposta che vogliamo dare per consentire a migliaia di famiglie siciliane, ormai esasperate, di far fronte almeno alle immediate esigenze alimentari. Speriamo che arrivino prestissimo anche gli interventi dello Stato, da me più volte sollecitati. In queste settimane di paralisi – aggiunge il governatore – sono cresciuti a dismisura nella nostra Isola i nuclei familiari più fragili e maggiormente disagiati, quelli cioè che stanno soffrendo più di tutti la perdurante crisi dovuta all’emergenza Coronavirus. Famiglie che in parte si aggiungono alle altre 450mila dichiarate povere in Sicilia, secondo i dati dell’Istat».
Le risorse assegnate ai Comuni dovranno prestare particolare riguardo nella distribuzione «alle nuove povertà – si legge nella delibera – determinate dalle famiglie che non percepiscono più alcun reddito, compreso quello di cittadinanza, e alcuna altra assistenza economica o sanitaria». «Il paradosso – sottolinea l’assessore all’Economia Gaetano Armao – è che coloro che non si erano arresi al reddito di cittadinanza, oggi sono rimasti tagliati fuori da qualunque contributo pubblico. È a loro che deve rivolgersi il nostro sguardo».
«A questa prima misura – aggiunge Musumeci – abbiamo potuto procedere in via amministrativa ed è il frutto della condivisione di tutti i gruppi parlamentari all’Ars e delle organizzazioni sociali. Adesso bisogna lavorare a un bilancio 2020 emergenziale, come abbiamo già concordato nel giro di incontri di mercoledì e giovedì scorsi. È questo lo spirito unitario richiamato anche ieri, nel suo messaggio alla Nazione, dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella, con il quale dobbiamo lavorare».
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