Quasi tre anni e ancora persistono le difficoltà nella gestione di alcuni aspetti collegati alla pandemia. Come avviene per le regole da seguire per gettare i rifiuti speciali di chi ha contratto il Covid-19. Una circostanza che impone ai cittadini il conferimento della spazzatura in modo indifferenziato e l’effettuazione di un servizio speciale di ritiro a domicilio per evitare il proliferare dei contagi. Compito, questo, coordinato dall’azienda sanitaria provinciale e affidato alla società Dusty, almeno fino all’8 marzo, giorno in cui la ditta dei rifiuti ha terminato il contratto di affidamento del servizio.
Da allora si è assistito a un rimpallo di competenze tra l’azienda sanitaria provinciale e il Comune di Catania. Fonti sanitarie fanno sapere che è stato già comunicato a palazzo degli Elefanti che, in considerazione della normalizzazione dei contagi, non sussisterebbero le condizioni per continuare il servizio. Di tutta risposta l’amministrazione comunale, in un nutrito scambio di corrispondenza, ha negato di avere un ruolo «perché – è la replica dell’ufficio Igiene urbana del Comune -, stando all’ordinanza regionale il servizio spetta all’Asp». Nel frattempo le segnalazioni dei cittadini che hanno contratto il virus si moltiplicano. «Abbiamo un bambino e da quattro giorni non sappiamo neanche dove buttare i pannolini», si legge in una segnalazione al nostro giornale.
«Il 29 febbraio – prosegue il funzionario comunale – si è decretata l’interruzione del servizio stabilendo che il ritiro venisse effettuato dal Comune». In effetti l’ordinanza del dipartimento regionale Acque e rifiuti ha stabilito che il servizio possa passare ai Comuni solo in via residuale e in caso di necessità. «Partendo dal presupposto che adesso non c’è nessuna necessità che possa traslare a noi la competenza – sottolinea il Comune -, come dovremmo effettuare il servizio se l’Asp non ci fornisce più gli elenchi dei positivi?». Circostanza, questa, che impedirebbe all’amministrazione comunale di riuscire a individuare le abitazioni in cui effettuare il ritiro.
Nel frattempo si moltiplicano le segnalazioni sulla mancanza di indicazioni per il corretto conferimento nel periodo di transizione. Che dovrebbe durare fino al primo giorno di aprile, quando dovrebbe ricominciare il servizio con una ditta specializzata ma sempre con il coordinamento dell’Asp. «Lunedì, dopo qualche giorno di positività, ci siamo posti il problema – spiega un lettore in una segnalazione a MeridioNews – abbiamo provato a contattare Dusty, il Comune e l’Asp ma fino a ora non abbiamo ricevuto alcuna indicazione concreta». Un rimpallo che si ripercuote sui cittadini in quello che viene definito «un vero calvario». È il caso di una famiglia che risiede nel quartiere Vulcania, i cui componenti da giorni sono risultati positivi al Covid. Ma, tra telefonate, lunghe attese e conversazioni scaricabarile, cerca ancora di capire le modalità per eseguire il corretto conferimento. E intanto i rifiuti si accatastano. «Prima abbiamo chiamato Dusty – continua – ma al telefono si sente la voce di un risponditore automatico che avvisa che il servizio non è più disponibile». Così alla famiglia non resta che riprovare a contattare nuovamente il Comune che, prima li indirizza ai dirigenti comunali in servizio all’ufficio ambientale e poi allarga le braccia. «Alla terza chiamata – sottolinea – si sono innervositi dicendoci che era la trentunesima telefonata che ricevevano». In soldoni, «il Comune ci ha detto di non sapere cosa fare», spiega l’autore della segnalazione.
«Non siamo nelle condizioni economiche di effettuare una gara d’appalto. – precisa l’ufficio Igiene urbana – In ogni caso, se anche fosse possibile occuparcene, l‘Asp non ci manda da tempo gli elenchi dei contagiati». Premesso che l’azienda sanitaria non è un organo sovraordinato rispetto all’ente comunale, «noi non abbiamo nessun obbligo di assolvere ai loro ordini. Il problema lo devono risolvere loro con un ulteriore proroga del servizio», conclude.
Proroga che non arriverà in attesa che il servizio riparta l’1 aprile. A sostegno della versione dell’azienda sanitaria, però, c’è la nota tecnica dell’Istituto superiore della sanità, pubblicata l’8 marzo che, per il conferimento dei rifiuti speciali, stabilisce di attenersi alle regole comunali di raccolta ma con alcuni accorgimenti, tra i quali l’utilizzo di due sacchetti separati e conferiti nell’indifferenziato. Al di là dei metodi di conferimento, i cittadini affetti dal virus dovranno attendere fino all’1 aprile per assistere al ritiro dei rifiuti speciali. «Anche se non credo che tutti si terranno chili di spazzatura a casa», osserva chi ha segnalato la questione a MeridioNews.
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