Covid-19, l’ansia di chi lavora nei grandi poli industriali «Qui è difficile stare a un metro, va ridotta produzione»

«Non c’è ancora aria di scioperi, ma la preoccupazione c’è e la situazione è in continuo divenire. Non si può escludere nulla». Mentre sulle pagine dei quotidiani nazionali rimbalzano le notizie sulla tensione crescente negli stabilimenti industriali in diverse parti d’Italia, dove gli operai temono di essere esposti al contagio da Covid-19. In Sicilia sono in molti i luoghi in cui ogni si affollano tantissimi lavoratori, anche in questi giorni in cui l’invito del governo è quello di restare a casa. I decreti fin quei emanati, però, non hanno riguardato le attività produttive.

Nel quadrilatero industriale siracusano, questa mattina, più di un’azienda ha chiesto ai propri dipendenti di non varcare i cancelli. Nei luoghi simbolo delle grosse multinazionali del settore petrolchimico, lavorano praticamente tutto l’anno moltissime aziende che si aggiudicano i lavori di manutenzione dei macchinari. Un flusso costante di persone che, considerata l’emergenza sanitaria, desta preoccupazione. «I decreti del governo hanno attuato una stretta sempre maggiore, ma nel settore industriale queste decisioni al momento non hanno efficiacia – dichiara a MeridioNews Roberto Alosi, segretario della Cgil a Siracusa -. E non solo perché la diffusione di mascherine per ora è ridotta al lumicino».

Alosi pone un problema specifico. «Da settimane si parla giustamente della necessità di rispettare la distanza interpersonale – continua il sindacalista -. Ma bisogna dire che, in certi casi, per chi lavora dentro gli stabilimenti è impossibile materialmente rispettarla». L’invito alle forme di lavoro agile o a distanza è applicabile solo per certe categorie. «Gli amministrativi e chi è impiegato nell’area tecnico-ingegneristica può farlo, e ci risultano già casi in cui si sta lavorando a distanza – spiega Alosi – ma per il resto, per gli operai, la situazione è complicata e desta preoccupazione».

Il sindacato ha chiesto un confronto con prefettura e mondo imprenditoriale. Stavolta più che attorno a un tavolo si dovrà parlare inevitabilmente in conference-call. «Non è importante il mezzo, ciò che conta è che si faccia. Da parte nostra crediamo che in questo preciso momento l’unica cosa da fare – conclude – sia rallentare la produzione, ridurla al minimo, così da prevedere un flusso di lavoratori decisamente più basso».

Simone Olivelli

Recent Posts

Palermo, furto con spaccata in una pizzeria: rubato il registratore di cassa

Ennesimo furto con spaccata a Palermo. La notte scorsa un locale di piazza Meli, la…

28 minuti ago

Noto, una ragazza è precipitata in un dirupo di venti metri

Una ragazza è precipitata in un dirupo, da un’altezza di circa 20 metri, a Noto…

29 minuti ago

Punta Izzo, approvato progetto di bonifica del poligono di tiro. «Limiti degli inquinanti di aree industriali»

È stato approvato il progetto di bonifica del poligono militare di Punta Izzo, un tratto…

41 minuti ago

Caltanissetta, si finge maresciallo dei carabinieri e si fa consegnare gioielli in oro e 2500 euro

La telefonata per comunicare l'incidente causato dal nipote, poi la richiesta di denaro. Nei giorni…

46 minuti ago

Catania, molesta verbalmente una donna e aggredisce il compagno di lei con un cacciavite

Prima le molestie alla donna, poi l'aggressione al compagno di lei. A Catania, in via…

2 ore ago

Identificata una vittima del naufragio a Lampedusa dopo 11 anni: «Gesto di civiltà»

Weldu Romel, 27 anni, eritreo. È stata identificata una delle 368 vittime del naufragio di…

2 ore ago